Translenergici E Sýrmata Pupa: Una Vita Libera Ep. 7
Lun Ott 28, 2024 12:26 am
Sigla Iniziale:
https://drive.google.com/file/d/151uiI-oqp31npLKCa-EHWQaHrLOifE4A/view?usp=drive_link
Translenergici e Sýrmata Pupa: Una Vita Libera
Parte 7: Il Revelindustria
Tenebrisesse è dal parrucchiere, un esploratore che esercita anche l'arte del taglio, intento ad accorciargli i capelli. Al suo fianco, uno dei suoi coinquilini della casa nel villaggio degli Energici lo osserva, e incuriosito gli domanda il motivo di questo cambiamento improvviso. Tenebrisesse risponde che Corrumpesimia lo ha visto e, sebbene ora si trovi a Severpoli, potrebbe tornare un giorno al villaggio degli Energici e riconoscerlo. Aggiunge che, con i capelli corti, riuscirà a confonderlo. Il coinquilino, cambiando discorso, chiede se si prevede di liberare nuovamente le anime oscure per restituire la libertà a Novu, ricordando che, durante l'ultima battaglia, Corrumpesimia ha intrappolato anche l'anima del loro compagno. Tenebrisesse dice che appena sarà utile farlo lo farà. Il coinquilino osserva che, con Novu intrappolato, sarebbe importante liberare le anime oscure per salvarlo, anche se queste verranno imprigionate di nuovo in seguito. Ma Tenebrisesse scuote il capo, affermando che non è ancora il momento e che, quando sarà necessario, anche Novu verrà liberato. Il coinquilino, con un filo di speranza, chiede se almeno si possa recuperare il corpo di Novu, ma Tenebrisesse afferma di non sapere dove si trovi. Tuttavia, assicura che lo recupereranno appena sarà opportuno. Finito di tagliare i capelli, Tenebrisesse chiede il conto. L'esploratore risponde con un sorriso compiaciuto, richiedendo 25 lumdollari. Dopo aver pagato, Tenebrisesse invita il coinquilino a recarsi all'incontro organizzato dai Doppia Z per scoprire quali siano le loro intenzioni. Così, i due si dirigono all'incontro senza indugiare.
All’incontro, Maioregradu e il capo dei Doppia Z salgono sul palco. Il capo dei Doppia Z informa il gruppo che Maioregradu ha scoperto qualcosa di cruciale per la loro missione. Maioregradu rivela di aver appreso l’esistenza di un antico incubo, potente, relegato nella Caverna dei Brutti Sogni, che può essere risvegliato attraverso un particolare processo. Spiega che è fondamentale recuperare dei sassi dal fiume: una volta a contatto con una speciale polverina estratta dalle pietre rivelatrici – che loro già possiedono – questi sassi faranno illuminare il proprio simbolo. Aggiunge che devono trovarne quattro e che uno di essi ha un colore unico, diverso dalle altre e quindi riconoscibile. Un membro del gruppo chiede cosa faranno nel caso qualcuno abbia già preso una o più dei sassi necessari dal fiume. Il capo gli risponde che solo un suo amico raccoglieva sassi da quel fiume e che, se avesse accettato di unirsi a loro, gli avrebbero potuto risparmiargli la vita. Afferma che, in ogni caso, prenderanno anche i sassi nella capanna del suo amico. Un altro membro domanda cosa succederebbe se i sassi indispensabili si fossero rotti. Maioregradu spiega che la polverina delle pietre rivelatrici è in grado di riparare i sassi che illuminano i propri simboli al contatto con essa. Poi aggiunge che questi sassi servono per attivare il Revelindustria, un antico strumento di cui hanno già l’orologio, ma a cui manca una rotellina, divisa in quattro frammenti perduti nella foresta. Afferma che ciascuno dei pezzi possiede un simbolo nascosto, corrispondente a uno tra quelli dei sassi necessari. Informa che, una volta raccolti i sassi, se si posiziona il sasso giusto davanti a una delle quattro sezioni della rotellina, il simbolo corrispondente si rivelerà anche su di essa. Tuttavia, avverte che se con il sasso successivo si sbaglia la sezione, i simboli precedentemente rivelati svaniranno. Rassicura comunque tutti che si potrà riprovare più volte, fino a quando tutti i simboli della rotellina non saranno svelati definitivamente e non potranno più svanire. Spiega che, successivamente, sarà necessario ritagliare un pezzo di carta della stessa forma e dimensione della rotellina dell’orologio e disegnarvi con precisione i simboli della rotellina. Sottolinea l'importanza di affidare il compito a un artista, affinché ogni simbolo sia tracciato con accuratezza, perfettamente identico a quelli presenti sulla rotellina. Prosegue spiegando che, una volta completato il disegno, la carta con i simboli dovrà essere applicata con precisione sulla rotellina, affinché i simboli incisi su di essa si illuminino. Afferma poi che il Revelindustria ha la funzione di rivelare, puntandolo su un Energico, se esso è un Sýrmata Pupa Respingente, una particolare varietà di Sýrmata Pupa la cui energia interna è costituita da cariche uguali, equamente distanziate, distribuite nel rivestimento. Informa che i fili di questo Sýrmata Pupa possiedono una struttura interna circondata da un rivestimento esterno, distanziato e dotato di una carica uguale. Prosegue affermando che il rivestimento impedisce ai Translenergici di dominare l'interno, ostacolandone il controllo sui fili. Egli spiega, inoltre, che i Sýrmata Pupa Respingenti allontanano le persone. Afferma che occorre un Energico incendiario capace di portare la propria energia nei fili del Sýrmata Pupa per inciendiarli, mantenendo però la barriera che impedisca alle fiamme di bruciare ciò che toccano; un Energico congelante in grado di trasmettere la propria energia nei fili per congelarli, senza che essi vengano sciolti dalle fiamme grazie alla barriera che avvolge quest'ultime; un Sýrmata Pupa normale che utilizzerà poi i propri fili per forzare le due parti dei fili del Sýrmata Pupa Respingente a unirsi, opponendosi alla loro naturale repulsione e, infine, un Translenergico che dovrà concentrare un’enorme quantità di energia in un singolo punto del rivestimento dei fili, spingendolo contro la parte interna con cui si respinge, provocando un’esplosione che romperà la barriera delle fiamme, permettendo a queste di sciogliere il ghiaccio in un ciclo senza fine, con il fuoco e il ghiaccio che dovranno essere continuamente ricreati. Afferma che un determinato cristallo piccolo, di colore azzurro, deve essere posto sotto i fili, mentre un determinato cristallo più grande, di colore arancione, va collocato a destra o a sinistra. Il cristallo piccolo si attiverà appena bagnato dall'acqua creata dallo scioglimento del ghiaccio nei fili, restando attivo finché l'acqua lo bagnerà, mentre il cristallo grande, assorbendo l’energia dell’esplosione, si attiverà per un breve periodo. Aggiunge che quando entrambi i cristalli saranno attivi contemporaneamente, emetteranno una luce intensa, per poi autodistruggersi, facendo risorgere l’incubo infuocato con le corna di montone. Afferma che, grazie alla potenza di quest'incubo, potranno persuadere molti incubi pentiti a unirsi per l’invasione della Radura, potendo finalmente dare la libertà ai Sýrmata Pupa. I Doppia Z esultano mentre Maioregradu riflette che, se riusciranno a liberare l’incubo, la sua influenza tra i Doppia Z crescerà, con la prospettiva di una promozione. Pensando che potrebbe addirittura stabilire un record per aver ottenuto una promozione in breve tempo. Quindi riprende la parola e spiega che, per attivare i cristalli, è necessario che l’Energico incendiario, l’Energico congelante, il Sýrmata Pupa normale e il Translenergico normale siano legati da un’amicizia sincera. Il capo dei Doppia Z menziona immediatamente Eleftero e i suoi amici, informando che tra di loro ci sono i tipi di Energici necessari e che vantano quel legame. Maioregradu commenta che questa è davvero una fortuna. Il capo dei Doppia Z prosegue delineando il piano: per prima cosa, si occuperanno di cercare i frammenti del Revelindustria nella foresta e di raccogliere tutti i sassi del fiume, che verranno controllate con la polverina, riposandosi dopo il completamento di tale fase; successivamente, si dedicheranno alla ricerca della ragazza nel villaggio, ritenendo probabile che si trovi al suo interno, vista la presenza di numerosi Energici; dopodiché si occuperanno dei cristalli, dei quali già conoscono la posizione, affermando di aver annotato la posizione su un foglio, dove ha meticolosamente segnato ogni singola tappa. Mostra quindi il foglio ai presenti. Un membro del gruppo domanda, curioso, perché non cominciare subito anche con i cristalli, visto che sanno dove trovarli. Il capo risponde che il luogo è lontano e che è meglio prima focalizzarsi su trovare gli oggetti più difficili da reperire. Poi, riprendendo la spiegazione, elenca le tappe successive: la cattura degli Energici necessari e, infine, l'evocazione dell’incubo, preludio all'invasione finale. Tenebrisesse, rivolgendosi ai tre membri del suo gruppo, osserva che il piano sembra interessante. Uno di loro propone di invitare Maioregradu a unirsi a loro, ma Tenebrisesse scuote il capo: Maioregradu sembra troppo vicino al capo dei Doppia Z e sta rapidamente guadagnando notorietà all'interno del gruppo, rendendo improbabile un suo tradimento. Il compagno chiede quindi se, per attuare il piano dei Doppia Z, abbiano intenzione di sabotarli, ma Tenebrisesse obietta che così perderebbero la possibilità di monitorare le mosse dei rivali e insiste sull'importanza di rimanere informati. Il compagno precisa che non intendeva proporre un'azione collettiva di sabotaggio, ma suggeriva piuttosto che potrebbe farlo uno di loro. Tenebrisesse ribadisce il proprio rifiuto al sabotaggio, sostenendo che, essendo in quattro all’interno del gruppo nemico, potranno elaborare strategie migliori rispetto a quando erano in tre. Aggiunge inoltre che, per il momento, i Doppia Z potrebbero essere utili nella ricostruzione dell’orologio, che sarà poi possibile sottrarre loro in seguito. Sottolinea che, appena si presenterà l’occasione di agire senza essere scoperti, sarà necessario impadronirsi del foglio con il piano del capo per conoscere la posizione dei cristalli e prenderli, lasciando sul posto alcuni uomini come sorpresa per i Doppia Z, quando cercheranno di impadronirsi dei cristalli.
Intanto, Mariana si trova al fiume, intenta a osservare il solito pesce raro che nuota placido tra le acque. Mentre il pesce si dirige lentamente verso la corrente del fiume, Mariana continua a seguirlo con lo sguardo e nota, poco distante sulla riva, una ragazzina che, persa dietro a una farfalla, avanza senza badare ai propri passi avvicinandosi all’acqua. Mariana la chiama, urlandole di fare attenzione, mentre si precipita verso di lei. Ma, un istante prima che la ragazzina cada nel fiume, una forza invisibile la trattiene, spingendola all’indietro e salvandola dalla caduta. Tre ragazze si avvicinano alla ragazzina e, con gesti delicati, la aiutano a rialzarsi. La ragazzina ha lineamenti delicati, pelle chiara e lentiggini sparse sul viso. Ha grandi occhi di un azzurro-grigio chiaro, che sembrano profondi e assorti, trasmettendo un'espressione riflessiva e calma. I suoi capelli sono castano chiaro, a caschetto, mossi e abbastanza voluminosi, incorniciando il viso con morbidezza. Indossa un maglione chiaro sopra una maglietta semplice, creando un look sobrio e naturale, che riflette un senso di riservatezza. La prima delle ragazze accanto a lei ha una corporatura snella e agile, con lineamenti delicati, occhi attenti e un po' riservati e con i capelli castano chiaro lasciati sciolti. La seconda è più robusta e atletica, con una postura sicura e uno sguardo protettivo, quasi vigile. Ha occhi che esprimono determinazione e intensità, e i suoi capelli sono nero corvino e lisci, tenuti in una coda per praticità. L'ultima ha una corporatura leggermente più alta e slanciata, con un portamento elegante e riservato. I suoi lineamenti sono definiti, e il suo sguardo è più pacato e riflessivo. I suoi capelli sono color castano scuro, lunghi e ben curati, con un’acconciatura che evidenzia raffinatezza. La ragazza più alta dice a Mariana di non preoccuparsi, spiegando che lei e le altre stanno tenendo d'occhio la sorella. Poi si avvicina alla sorella, la abbraccia e le dà un bacio sulla guancia. Poi, rivolgendosi nuovamente a Mariana, precisa che poco prima la sorella era rimasta a breve distanza da loro, intenta a giocare a scacchi mentre loro facevano il picnic, e che si erano posizionate in modo da poterla osservare. Sottolinea che, appena l’ha vista seguire la farfalla diretta verso il fiume, ha creato dei fili e li ha mandati verso di lei, riuscendo a spingerla indietro prima che potesse cadere. Mariana chiede se non volevano fare un picnic insieme alla sorella. Mariana le chiede allora se non volessero fare il picnic insieme alla sorella. La ragazza alta le risponde che avevano preparato tutto proprio per stare unite, ma la sorella aveva scelto di sedersi un po’ più distante. Aggiunge, però, che non l’hanno mai persa di vista, pronte a intervenire se fosse stato necessario. Infine, sottolinea che, quando si concentra su qualcosa, la sorella si estranea completamente dal mondo intorno al punto che stava rischiando di cadere in acqua seguendo una farfalla. Mariana si presenta alle ragazze e, con un sorriso, chiede loro i nomi. La prima a rispondere è la ragazza dalla corporatura snella e agile, che si presenta come Misankalià. Subito dopo, la ragazza robusta accanto a lei afferma di chiamarsi Misanira. Infine, la ragazza alta si presenta come Mononoika. Mariana si rivolge alla ragazzina più piccola, domandandole anche il suo nome, ma la ragazzina rimane in silenzio. Mononoika allora smette di abbracciare la sorella, le si mette di fronte, posa una mano sulla sua spalla e, sorridendo, le dice, con un tono un po' più alto, che Mariana vorrebbe sapere come si chiama. La ragazzina con un tono distaccato risponde di chiamarsi Eila, e Mononoika spiega a Mariana che il vero nome della sorella è Eira, ma che ha difficoltà a pronunciare alcuni suoni e non riesce a dirlo correttamente. Poi aggiunge che il cognome di tutte loro è Gale. Mariana, con un cenno gentile, dice che invece il suo cognome è Taibi. Poi, afferma di avere diciotto anni e, con curiosità, chiede alle ragazze la loro età. Misankalià risponde subito, rivelando di avere anche lei diciotto anni; Misanira dice di averne venti, mentre Mononoika sorride dicendo che ne ha ventidue. Eira, con il consueto distacco, afferma di avere "oi-oici" anni. Misankalià sorride dolcemente e sfiora con un bacio affettuoso la testa della sorella. Mariana, accorgendosi che Eira ha tenuto la bocca aperta per tutto il tempo, chiede alle sorelle della giovane se sia una cosa normale. Misankalià spiega con calma che Eira ha una particolare condizione genetica: una particolare conformazione dei polmoni, collegati alla bocca e alle orecchie, che crea un flusso d’aria grazie a una turbina interna. Questa si attiva, espellendo aria sia dalla cavità orale che dalle tube di Eustachio. Dei ragazzi si avvicinano alle ragazze e uno di loro chiede a Misanira se è fidanzata. Misanira scuote la testa e risponde di no, e il ragazzo, felice della risposta, si avvicina fino a sfiorarla, le prende la mano e dichiara di voler essere lui il suo ragazzo. Con un sorriso cortese, lei ritrae la mano e con gentilezza lo allontana, spiegandogli che non desidera un fidanzato e non ama avere gli uomini troppo vicini. Il ragazzo, colpito, lascia scivolare una lacrima e le chiede, con speranza, se non voglia almeno provare. Misankalià, intenerita, gli parla con affetto, dicendogli che il rifiuto è parte della vita e che, senza dubbio, troverà altre ragazze che sapranno apprezzarlo. Il ragazzo, con slancio, abbraccia velocemente Misankalià, esclamando che lei lo comprende davvero. Misankalià, però, risponde che non sopporta gli abbracci e, con un gesto deciso, lo allontana, spingendolo verso Mononoika, la quale si ritrae scusandosi e spiegando che non ama avere troppa vicinanza con chi non fa parte della famiglia. Le ragazze decidono di fare ritorno a casa e invitano Mariana a vedere dove abitano. Con entusiasmo, Mariana accetta. Mononoika si pone di fronte a Eira, le posa una mano sulla spalla e le comunica che stanno rientrando, chiedendole se sia d'accordo. Eira inizia a camminare, mentre Mononoika le prende la mano e le chiede di aspettare, spiegandole che devono prima recuperare la cesta, la tovaglia e la scacchiera. Raccolgono ogni cosa e si avviano verso la loro capanna, con Mariana al seguito.
Durante il cammino, Mariana nota che Eira sembra più distante dalla sorella rispetto a prima e le chiede se, questo allontanarsi sia segno di un desiderio di dirigersi in quella direzione. Mononoika sorride e spiega che, quando cammina, Eira tende ad allontanarsi leggermente di lato, sia che sia assorta nei suoi pensieri sia che sia perfettamente consapevole di ciò che la circonda. Le chiarisce poi che, se Eira volesse davvero andare in quella direzione, la guarderebbe e a lei la tirerebbe verso di essa. Dice che, per questa ragione, quando escono con Eira, tendendo lei a perdersi velocemente nei suoi pensieri, almeno una delle sorelle le tiene la mano durante la passeggiata, così da tenerla sotto controllo. Spiega che, finché Eira non mostra segni di disagio per questo, possono continuare a farla uscire; ma che, non appena lei decidesse di non voler più dare la mano, diventerebbe difficile farla uscire di casa. Prosegue spiegando che Eira, con i suoi soli dodici anni, è ancora troppo giovane per poter badare a sé stessa in autonomia, e il suo benessere è una responsabilità primaria dei genitori. Tuttavia, non potendo questi raggiungere il villaggio a causa degli impegni di lavoro, hanno affidato Eira a loro, le quali, desiderose di regalarle qualche giorno sereno lontano dalla città, hanno insistito con i genitori per ottenere il permesso di portarla con loro nel villaggio. Affermando che ciò ha posto su di loro la responsabilità di vigilare sulla sicurezza e sul benessere della sorellina, facendo in modo che ogni momento trascorso insieme possa essere, per lei, sereno e protetto. Spiega quindi che, se Eira un giorno dovesse rifiutarsi di prendere per mano una di loro, proveranno a farle comprendere l'importanza di questo gesto. Tuttavia, se Eira continuasse a non voler dare la mano, non potrebbero portarla fuori, poiché, quando si perde nei suoi pensieri, tende a camminare senza essere consapevole di ciò che accade intorno a lei, il che rende la passeggiata pericolosa, specialmente in città, tra le automobili. Aggiunge che, nel villaggio, non essendoci auto, potrebbero permettersi di lasciarle la libertà di camminare da sola, seguendola da vicino e aiutandola, se necessario, almeno per il tragitto di andata. Chiede conferma alle altre sorelle, e queste, concordando, annuiscono.
Arrivano alla capanna, e Mononoika, con il solito metodo, informa Eira che sono giunte a destinazione. Eira si siede a terra e inizia a giocare con i suoi scacchi. All’interno della capanna, numerosi sassi del fiume sono sparsi ovunque. Mariana chiede alle ragazze da quanto tempo siano al villaggio e se collezionino quei sassi del fiume. Con un sorriso, racconta anche lei di possederne uno, sebbene non sia più in buone condizioni. Dalla tasca tira fuori una metà di sasso blu, visibilmente danneggiata, a causa dello scontro avuto con Saevalacerta. Le ragazze mostrano un'espressione di dispiacere: immaginano quanto potesse essere bello quel sasso blu, soprattutto osservando quelli integri disseminati nella capanna. Mariana annuisce, confermando che lo era, ma che va bene anche così, e riposa il sasso con delicatezza. Mononoika, rispondendo alle domande, spiega che lei e le sorelle sono arrivate al villaggio solo oggi e che quei sassi erano già presenti nella capanna. Sottolinea che, anzi, sembrano persino essere diminuiti. Poi prosegue, ricordando come il venditore, dopo averle condotte nella capanna al loro arrivo nel villaggio, avesse raccontato come essa fosse stata occupata, fino a poco tempo prima, da un’amica del vecchio proprietario ormai defunto, la quale si era stabilita lì per custodirne la memoria. Prosegue il racconto del venditore spiegando come, inizialmente, la ragazza fosse restia a cedere la capanna; tuttavia, col passare dei giorni, lui è riuscito a convincerla e, alla fine, lei ha accettato di vendergliela. Improvvisamente, due membri dei Doppia Z entrano nella capanna e, vedendo le ragazze, si scusano, spiegando di aver creduto che fosse disabitata e di aver preso alcuni dei sassi. Le ragazze li rassicurano dicendo che, se desiderano, possono portarli via tutti, poiché a loro non interessano. Uno dei due membri della Doppia Z, sorpreso, chiede se davvero possono prenderli gratuitamente, ma l’altro lo rimprovera a bassa voce, avvertendolo di non fare domande simili, altrimenti le ragazze potrebbero davvero far pagare quei sassi. Così, i membri dei Doppia Z raccolgono altri sassi e si allontanano dalla capanna, visibilmente soddisfatti. Mononoika, con il solito metodo, domanda a Eira se sente il bisogno di andare in bagno. Eira, allora, sospende la partita di scacchi e si dirige verso il bagno. A quel punto, Mariana si rivolge a Mononoika chiedendole se Eira non ci vada di solito di sua iniziativa. Mononoika, con un sorriso comprensivo, le spiega che sua sorella, quando è immersa in qualcosa, tende a ignorare il bisogno finché non diventa urgente, sottolineando che trattenersi troppo a lungo può avere conseguenze spiacevoli. Aggiunge che lei e le altre sorelle si assicurano sempre che Eira si prenda cura di sé: le ricordano di fare il bagno, poiché altrimenti tende a dimenticarlo o a rimandarlo, e di fare piccoli spuntini, che altrimenti tralascerebbe. Spiega inoltre che la chiamano per la colazione, poiché se è assorbita da qualcosa rischia di posticiparla, trovando poi il cibo ormai freddo, che quando escono le domandano se vuole venire con loro, poiché non esce mai di casa, e che cercano di rendere lo studio più piacevole per lei, così che non lo trascuri. Infine, Mononoika domanda a Mariana come possono organizzarsi per l’acqua nella capanna e per il cibo, e Mariana illustra loro il sistema del villaggio. Quando termina la spiegazione, le ragazze la ringraziano calorosamente, e Mariana risponde che è felice di aver potuto esser loro d’aiuto. In quel momento, Eleftero chiama Mariana, informandola che lui e gli altri hanno in programma di fare un giro insieme e invitandola a unirsi. Mariana accetta con un sorriso, e lui le propone di trovarsi davanti alla loro capanna. Prima di uscire, Mariana saluta le ragazze, spiegando che deve andare; loro ricambiano il saluto con calore, esortandola a passare a trovarle ogni tanto. Mariana promette che lo farà, poi si allontana, uscendo dalla capanna.
Mariana raggiunge i suoi amici, e insieme iniziano la passeggiata. Durante la passeggiata, Introvertefila commenta che il villaggio è piccolo e offre solo capanne alla vista, mentre la città era molto più grande, con una varietà di edifici e altre città nelle vicinanze. Sottolinea che camminare nel villaggio finisce per risultare monotono e aggiunge che sarebbe stato meglio creare un luogo dedicato agli Energici in qualche zona urbana abbandonata. Mariana concorda e aggiunge che, con la creazione del villaggio, il paesaggio ha perso qualcosa della sua bellezza. Eleftero, però, risponde che non è detto ci siano zone urbane abbandonate e sottolinea che il paesaggio non è rovinato, visto che gran parte del prato fiorito è ancora libero dalle capanne. Introvertefila confessa di sentire la mancanza di Severpoli e dei suoi genitori. Misofova, allora, le dice che, con la ripresa della scuola, potrebbero fare un giro a Severpoli prima di tornare al villaggio, e magari visitare i suoi genitori. Introvertefila considera l’idea di fermarsi a Severpoli di tanto in tanto, tornando al villaggio il giorno successivo. Misofova le assicura che potrebbe farlo, e aggiunge che la vita al villaggio la aiuterà a diventare più indipendente. Filofilia dice a Misofova che sentire la mancanza della propria famiglia non significa mancare di indipendenza. Sibilla, mentre legge un libro, interviene, raccontando come, quando Eleftero le ha informate del progetto del villaggio, abbiano informato anche la loro famiglia, per sapere se avrebbero voluto unirsi alla comunità di soli Energici. Sottolinea, però, che questo non vuol dire che non sappiano cavarsela da sole. Misofova annuisce e ribadisce che, in ogni caso, vivere nel villaggio offre il vantaggio di imparare a essere indipendenti per chi ancora non lo fosse, e di rafforzare tale capacità in chi già la possiede. Eleftero concorda, spiegando che Misofova non intendeva offendere Introvertefila sottolineando che l’esperienza nel villaggio avrebbe potuto incrementare la sua indipendenza. Introvertefila, allora, risponde serena, ricordando che sa bene come Misofova, essendo la fidanzata di suo cugino, non la insulterebbe mai. Poco dopo, incontrano Provolí e Servubtus e li salutano con calore. Eleftero chiede loro se siano in pausa dalla costruzione delle capanne. Provolí, mentre mangia dei frutti, risponde che hanno lavorato talmente tanto da dimenticarsi del pasto mattutino e che ora stanno recuperando le energie per riprendere a lavorare. Misofova osserva che è duro lavorare tutto il giorno, ma Provolí ribatte che non c'è fatica se si fa ciò che piace. Spiega che molte persone finiscono per non amare il proprio lavoro perché scelgono in anticipo il loro futuro, decidendo di intraprendere una professione prestabilita e togliendosi la possibilità di studiare altro con la stessa intensità. Aggiunge che nulla è deciso e che il futuro non può essere pianificato rigidamente, invitando ad adattarsi e studiare solo per il puro amore della conoscenza, perché ciò che si apprende può rivelarsi utile come anche no. Eleftero concorda con suo zio. Provolí raccomanda ai ragazzi di divertirsi finché possono, di sfruttare fino in fondo i giorni d’estate prima che la scuola riprenda. Finisce poi di mangiare l’ultimo frutto, e insieme a Servubtus saluta i ragazzi, che ricambiano il saluto, prima prima che entrambi tornino al lavoro. Misofova dice ai suoi amici che forse il problema non è il villaggio che è monotono, ma loro che hanno iniziato ad avere un pensiero sbagliato. Afferma che hanno cominciato a pensare che serva un ambiente stimolante e variegato per divertirsi, ma in realtà il limite è dentro di loro poiché non cercano di capire cosa potrebbero fare di divertente con ciò che hanno. Introvertefila allora propone di giocare a palla, ma Misofova le ricorda che lo hanno già fatto, suggerendo invece che sarebbe meglio sperimentare qualcosa di nuovo. Igneusapillo, allora, propone di esplorare la foresta, e Sibilla e Filofilia concordano, aggiungendo che loro lo fanno spesso, e rassicurano gli altri che, di giorno, il rischio di incontrare animali feroci è molto basso. Misofova, però, ribatte di non aver voglia di fare qualcosa del genere al momento. Non scoraggiato, Igneusapillo suggerisce allora di andare a Severpoli per acquistare giochi d’indovinelli e poi rientrare, ma Misofova fa notare che richiederebbe troppo tempo e che sarebbe meglio rimandare a un’altra occasione. Poi, Introvertefila propone di fare degli aquiloni con i fili, ma Misofova, sempre scettica, osserva che non si muoverebbero a causa del vento, ma solo sotto la spinta della loro volontà, il che renderebbe l’attività priva di significato. Misofova ha un’idea e chiede a Introvertefila di creare dei fili, spiegando che ha in mente qualcosa di divertente. Introvertefila obbedisce, e Misofova prende il controllo dei fili, li unisce, li espande fino a dargli la forma di un enorme macchinone con ruote massicce. Poi, li riempie di energia, invita tutti a salire e, manovrando i fili, fa sfrecciare il macchinone. Mentre è sul macchinone, Mariana si accorge dei danni che stanno provocando al prato e chiede a Misofova di fermarsi. Misofova obbedisce e le domanda il motivo, e Mariana spiega che l'auto di fili lascia tracce evidenti e sradica i fiori, uccidendoli. Misofova le fa notare che anche camminare danneggia il prato, ma Mariana ribatte che l’impatto dei passi è molto inferiore rispetto a quello del passaggio di un’auto, e le fa notare che, essendo il villaggio immerso nel prato, è necessario camminarci sopra per vatie ragioni. Aggiunge che, invece, non c'è alcuna necessità vera di usare una macchina fatta di fili. Misofova, seppur a malincuore, distrugge i fili di Introvertefila e propone di andare al fiume per creare un motoscafo, così da non arrecare danni.
Arrivati al fiume, vedono i Doppia Z intenti a raccogliere i sassi al suo interno. Mariana, incuriosita, chiede loro se abbiano deciso di collezionare quelle pietre, e commenta che sarebbe un peccato rimuoverle tutte. I Doppia Z le rispondono che stanno semplicemente raccogliendo i sassi per esaminarli con cura nella loro capanna, sperando di trovarne qualcuno prezioso; assicurano che li riporteranno presto indietro e che, in ogni caso, il fiume ne porterà di nuovi già il giorno successivo, come accade sempre. Detto ciò, se ne vanno. Misofova, allora, si rivolge a Introvertefila, chiedendole di creare i fili. Non appena Introvertefila li crea, Misofova li prende sotto il proprio controllo, li avvolge a un albero e vi crea prolungamenti che unisce fra loro e espande fino a formare un motoscafo. Poi, riempie i fili di energia e invita tutti a salire a bordo. Appena sono tutti pronti, fa muovere il motoscafo, facendolo sfrecciare avanti e indietro sul fiume. Mariana, però, nota che i pesci, disturbati dal movimento, si agitano impauriti nelle acque e avvisa subito gli altri, chiedendo a Misofova di fermarsi. Stavolta, persino Introvertefila si unisce alla richiesta, affermando di provare compassione per i pesci disturbati. Misofova, a malincuore, riporta il motoscafo a riva, dove tutti scendono. Una volta a terra, Misofova distrugge i fili di Introvertefila e le chiede di crearne altri. Quindi, unisce le punte e li estende fino a ottenere una piccola macchinina, che inizia a far muovere sul terreno. Introvertefila segue l'esempio e insieme si divertono a far scontrare le loro macchinine fatte di fili. A un certo punto, Misofova sbotta, lamentandosi che Mariana è persino più restrittiva dei loro genitori. Mariana, però, rimane ferma e osserva che quelle azioni sono state irrispettose e che, addirittura, l’utilizzo della macchina si è rivelato dannoso. Misofova, rivolgendosi a Mariana, la accusa di essere una guastafeste, sostenendo che ostacola il loro divertimento. Mariana, sebbene avesse semplicemente difeso i fiori e i pesci, avverte un senso di tristezza per le parole di Misofova, ma sceglie di ignorare l’affermazione, lasciando che scivoli via senza risponderle. Eleftero allora interviene, affermando che Mariana non è affatto una guastafeste e che ci sono modi migliori per divertirsi con i fili. Nel frattempo, Introvertefila, assorta nella sua macchinina, suggerisce che sarebbe interessante se fosse possibile dare colore ai fili. Eleftero dice che non si devono sviluppare i propri poteri nel villaggio. A quel punto, Eleftero le ricorda che nel villaggio non è consentito sviluppare i propri poteri. Introvertefila, con calma e un lieve sorriso sulle labbra, risponde di non aver mai avuto alcuna intenzione di farlo, sottolineando che, in ogni caso, sarebbe impossibile. Misofova, con tono provocatorio, si rivolge a Eleftero, insinuando che sembra stia rinnegando l'idea originaria del villaggio, un luogo nato per consentire agli Energici di utilizzare liberamente i propri poteri. Eleftero le risponde che l’uso dei poteri è ben accetto, ma l’unica regola da onorare è che non si devono potenziare.
Nel mentre nella capanna dei Doppia Z, il gruppo dispone con attenzione i sassi su una rete, tenuta salda da un macchinario di legno. Quando tutti i sassi sono sistemati, calano la rete in una vasca piena di polvere delle pietre rivelatrici e attendono che tocchino il fondo. Poi estraggono la rete e selezionano tre sassi luminosi. Il capo osserva che manca ancora il sasso dal colore unico, a cui Maioregradu replica fiducioso che lo troveranno presto. I Doppia Z creano i loro fili e, con essi, sollevano la rete carica di sassi, portandola fino al fiume, dove la svuotano. L’enorme quantità di pietre blocca il flusso dell’acqua, e Mariana, vedendo il fiume fermo e i pesci soffrire senza acqua, interviene prontamente. Con entrambe le mani, Mariana crea i fili e unisce tra loro i fili di ciascuna mano, formando due trame distinte. Poi li espande, e con i fili di una mano crea un contenitore, mentre con quelli dell’altra modella uno scopino. Sistemato il contenitore davanti al cumulo di sassi, usa lo scopino per spingerli all’interno. Una volta raccolti i sassi, sposta i fili verso la riva, li distrugge e lascia cadere il cumulo di sassi a terra. Mariana si rivolge ai Doppia Z con tono severo, spiegando che non avrebbero dovuto scaricare così tanti sassi nel fiume. In questo modo, avevano rischiato di compromettere la vita dei pesci e l’approvvigionamento d’acqua per tutti coloro che si dissetavano oltre il fiume. I Doppia Z si lamentano con fervore che nulla soddisfa Mariana: prima si duole per il fatto che prendono i sassi del fiume, e poi li rimprovera per averne messi troppi all'interno, decidendo infine di andarsene. Le parole del gruppo pesano sul cuore di Mariana, portandola a una profonda tristezza. Eleftero, percependo il suo stato d'animo, si avvicina per consolarla, assicurandole che non ha commesso alcun errore e che è stato giusto richiamare i Doppia Z per la loro azione.
Nel frattempo, Maioregradu e alcuni membri del gruppo Doppia Z si recano dalle sorelle Gale per chiedere loro se, tra i sassi che avevano nella capanna prima che li portassero via, ne avessero notato uno di un colore diverso dagli altri. Le sorelle rispondono di non sapere ciò, e tra loro, Mononoika interviene aggiungendo di non aver controllato. Precisa però che l'unico sasso di colore diverso rispetto a quelli del mucchio è in possesso di Mariana; specifica però che quel sasso è di sua proprietà, non proviene dal mucchio, ed è solo un mezzo sasso con evidenti segni di rottura. Maioregradu ringrazia le sorelle per l'informazione e va via. Fuori dalla capanna delle ragazze, Maioregradu si volta verso il gruppo e chiede loro di indicargli chi sia Mariana. Insieme, iniziano a girare per il villaggio fino a quando il gruppo scorge Mariana e i suoi amici intenti a parlare con Provolí. Mariana tiene un mucchio di sassi, raccolti e avvolti tra i suoi fili d’energia resi a forma di una cesta. Il gruppo avvisa Maioregradu che Mariana è la ragazza con la cesta. Con un cenno, Maioregradu invita il suo gruppo a seguirlo e, dopo essersi nascosti dietro una capanna, comunica che, finché si trattava semplicemente di raccogliere sassi, potevano procedere autonomamente; ma adesso, invece, è giunto il momento di attuare la loro strategia. Con uno sguardo attento, Maioregradu scruta l’ambiente in cerca di un ragazzo attraente. I suoi occhi si posano su un giovane alto, muscoloso e biondo, intento a conversare con alcuni amici. Trovato il ragazzo, Maioregradu crea i fili e, tenendoli bassi, li dirige verso di lui. Non appena giungono alle spalle del ragazzo, Maioregradu alza i fili, li fa penetrare nella schiena del ragazzo e assume il controllo totale del giovane, che interrompe bruscamente il suo discorso. Gli amici del ragazzo lo chiamano, rivolgendosi a lui con il nome di Fulvio, e gli chiedono perché si sia fermato improvvisamente. Dominato da Maioregradu, Fulvio risponde che gli è venuta in mente un impegno e che deve andare, salutando i suoi amici mentre si dirige verso Mariana.
Eleftero afferma con entusiasmo che sia stata un'ottima idea dare i sassi a suo zio, così da poterli vendere. Mariana annuisce, condividendo il suo pensiero, mentre Introvertefila manifesta la propria gioia all’idea che Provolí dividerà i guadagni con loro. In quel momento, Fulvio si avvicina, presentandosi ai ragazzi con un sorriso e un atteggiamento amichevole. Fissando Mariana, le confida di non aver mai visto una ragazza così bella in tutta la sua vita, mentre Eleftero osserva la scena con un’espressione seria. Mariana, colta di sorpresa, lo ringrazia, e Fulvio le chiede se sia fidanzata. Quando lei risponde di no, lui commenta che è strano che una ragazza così bella come lei non abbia ancora trovato qualcuno accanto a sé, esprimendo l'opinione che magari non abbia ancora incontrato nessuno alla sua altezza. Mariana, con un’espressione timida, afferma con un tono basso di non sentirsi superiore a nessuno. Fulvio, cercando di sollevarle il morale, le risponde di non essere così dura con se stessa e di riconoscere il suo valore intrinseco. Con un gesto affettuoso, le accarezza delicatamente il volto, dicendo che la sua bellezza esteriore riflette la dolcezza e la bellezza interiore che derivano dal suo buon cuore. Mariana, con un’espressione triste, risponde di non credere ciò. Fulvio si scusa, preoccupato di aver detto qualcosa di sbagliato, e propone di farsi perdonare andando a prendere qualcosa da Severpoli, così potranno mangiare insieme al suo ritorno. Mariana insiste nel dirgli di non farlo, spiegando che non c’è bisogno e che il suo cambiamento d’umore non dipende da lui, ma è un problema personale. Fulvio, tuttavia, replica che sa che lei non vuole farlo sentire in colpa, ma per lui è importante rimediare al suo errore. Fulvio dice a Mariana che passerà a trovarla tra quattro ore e la invita a non pranzare, poiché ha intenzione di procurarsi per il loro pasto qualcosa che li sazierà. Mariana, perplessa, gli chiede se conosce il luogo in cui abita; lui le risponde che lo scoprirà e le promette che arriverà senza che lei debba fare alcuno sforzo per incontrarlo. Lei si offre di mostrargli la capanna, ma Fulvio la ferma dicendo che non è necessario che si disturbi e che arriverà da lei nell'ora stabilita, e si congeda salutando lei e i suoi amici, promettendole che si rivedranno presto. Maioregradu fa sedere Fulvio dietro una capanna vicina a quella in cui sono posizionati lui e i suoi compagni, e gli fa prendere il telefono. Con discrezione, Maioregradu osserva il numero di Teen Ship sul suo telefono, mentre attraverso il corpo di Fulvio scrive il numero sul telefono di quest'ultimo e avvia la chiamata. Quando Teen Ship risponde, Fulvio si presenta con un saluto amichevole e, con garbo, gli chiede di acquistare per lui degli spaghetti fumanti, delle pizzette fragranti, del salmone ben caldo, alcune ostriche fresche e, infine, un tortino al cioccolato a forma di cuore. Fulvio gli chiede di consegnargli il tutto all’inizio del villaggio degli Energici, assicurandogli che sarà ricompensato generosamente per il disturbo. Teen Ship accetta con entusiasmo, promettendo di arrivare al più presto, e si congeda con un saluto. Uno dei compagni di Maioregradu, sospettoso, gli domanda se intenda davvero consegnare una somma cospicua a Teen Ship. Con un gesto sottile, Maioregradu si serve di Fulvio per esplorare le tasche di quest'ultimo, scoprendo lì una somma di 500 lumdollari. Con un cenno affermativo, informa i suoi compagni che aggiungerà qualcosa di proprio e, una volta stabilito il prezzo, offrirà 200 lumdollari aggiuntivi a Teen Ship per il servizio. Poi fa avvicinare Fulvio verso di sé, gli consegna 2000 lumdollari e glieli fa riporre in tasca, per poi fargli riprendere posto dietro alla capanna di prima. Uno dei suoi compagni gli chiede se, mentre non gli serve, lascerà libero Fulvio. Maioregradu scuote il capo e risponde che no, non lo farà: conserverà la copia della sua anima dentro Fulvio fino a quando il Revelindustria non sarà operativo.
Intanto, Mariana e i suoi amici passeggiando tra le vie del villaggio, osservano alcuni abitanti intenti a strappare ciuffi d'erba e raccogliere fiori per sgombrare uno spazio dove sistemare, al centro, dei bastoncini di legno da ardere. Questi, con cura, accendono il fuoco per cucinare la carne degli animali appena cacciati, garantendo al contempo che il prato non corra alcun rischio di incendiarsi. Eleftero propone di fare altrettanto, sottolineando con entusiasmo quanto la carne sia fondamentale per mantenere una buona salute. Introvertefila, però, si oppone con fermezza, affermando di non voler mai controllare un animale per causargli sofferenza, sentimento che Mariana condivide. Eleftero le rassicura con un sorriso, garantendo che non dovranno preoccuparsi: sarà lui a occuparsi di tutto. Convinti, i ragazzi si avviano verso la foresta. All'interno della foresta, i ragazzi si imbattono in uccelli e piccoli roditori che, essendo creature minute, Eleftero non considera degne di caccia. Ma quando incrociano un gruppo di cinghiali a una certa distanza, Eleftero tira fuori l'energia interna di ognuno dei cinghiali e prende tra le mani le loro anime, lasciando i corpi privi di vita. Misofova afferma di ricordare quando Eleftero aveva raccontato di aver fatto la stessa cosa, quando aveva portato una tigre morta al villaggio, ed Eleftero annuisce, in silenziosa conferma. Introvertefila, angosciata, confida a Eleftero che, quando lui le aveva parlato del suo nuovo potere, non immaginava fosse possibile utilizzarlo da una distanza tanto grande. Aggiunge che la consapevolezza dell'esistenza di una simile capacità le dà un brivido di inquietudine. Eleftero cerca di rassicurarla, dicendo che non insegnerà mai a nessuno come padroneggiare quel potere, sottolineando che sarebbe pericoloso se finisse nelle mani sbagliate. Mariana osserva che qualcuno potrebbe comunque impararlo da solo, ma Eleftero le ricorda che, nella Radura, i Sýrmata Pupa non possono usare i propri poteri e che, nel villaggio, non permette a nessuno di sviluppare i propri poteri. Con un sorriso, le dice di non preoccuparsi. Sibilla, osservando le anime nelle mani di Eleftero, commenta che non sono simili alle anime oscure che avevano l’aspetto di piccoli fantasmini striscianti, con occhi, bocche e mani; queste, piuttosto, assomigliano a delle grandi patate. Eleftero riflette e risponde che forse, all’interno del corpo, l’anima assume una forma diversa. Poi, rimette le anime nei cinghiali e aggiunge che, prima di fare ritorno al villaggio, desidera trovare qualche altro animale. Eleftero, Misofova, Igneusapillo e Anney sollevano i corpi dei quattro cinghiali e li sistemano sulle spalle, tornando ad avanzare nella foresta. Camminando per la foresta, i ragazzi non trovano molti animali di medie dimensioni, solo cervi e daini che sfuggono rapidi. Così Eleftero, appena incontra dei topi, decide di cacciarli, e li lascia rapidamente inermi, nonostante siano piccoli e veloci. Arriva ad avere cinque topi, che tiene in una delle mani insieme a due zampe del cinghiale. Dopo aver catturato l’ultimo topo, i ragazzi scorgono il corpo di un procione pieno di formiche. Ciò che li colpisce è un oggetto metallico dorato che spunta tra i resti della carcassa. Introvertefila decide di ispezionare il pezzo metallico. Così, crea i fili, che unisce e espande fino a dare loro la forma di una spazzola. Con questa, inizia ad allontanare il corpo del procione dalle formiche, poi passa a pulirlo dalle rimanenti. Non appena una formica si arrampica sui fili, nonostante essi siano invisibili, Introvertefila li distrugge immediatamente. Avendo ripulito la carcassa, Introvertefila estrae l'oggetto dorato dalla forma triangolare. Osservandolo, nota una faccia liscia e l’altra incisa con figure di eroi della Radura che affrontano incubi. Eleftero, affascinato dall'oggetto, chiede a Introvertefila se può tenere lui il pezzo metallico, e lei acconsente dandoglielo. Eleftero propone di mostrarlo al Gran Maestro, sperando che lui possa rivelare qualcosa su quell’oggetto misterioso. I ragazzi concordano e si mettono in cammino verso la dimora del Gran Maestro. Durante il percorso, Introvertefila si rivolge a Eleftero, esprimendo la sua intenzione di non partecipare più a future battute di caccia, poiché gli fa pena vedere gli animali morire. Mariana interviene, dichiarando che anche lei preferisce non venire. Eleftero ascolta le loro parole e, comprendendo i loro sentimenti, afferma che d’ora in poi andrà da solo o con chi vorrà accompagnarlo.
Giunti davanti al Gran Maestro, i ragazzi gli chiedono se sa qualcosa riguardo l’oggetto dorato. L’anziano riflette per un momento, dicendo che gli sembra di aver letto qualcosa nei suoi libri. Poi, con un’idea che sembra illuminarlo, chiede se può scattare una foto al misterioso pezzo. Eleftero, annuendo, gli porge l’oggetto. Il Gran Maestro afferra il triangolo e, con il suo telefono, immortala entrambe le facciate del metallo dorato. Dopo aver scattato le foto, restituisce il pezzo a Eleftero, che lo ripone con cura nella propria tasca. Il Gran Maestro rassicura i giovani dicendo che se troverà qualcosa, li avvertirà. I ragazzi lo ringraziano, salutandolo rispettosamente e avviandosi verso l’uscita, tranne le sorelle Cervelli, che decidono di rimanere con il nonno per aiutarlo. Una volta fuori dalla capanna del Gran Maestro, i giovani si dirigono verso la loro capanna, dove ripongono gli animali cacciati. Mentre sistemano il bottino, Mariana nota l’ora: presto arriverà Fulvio. Con un leggero gesto, prende un pettine dal suo zaino e inizia a pettinarsi. Misofova, con un sorriso di incoraggiamento, le augura buona fortuna e suggerisce agli altri di lasciarla sola per l’incontro. Eleftero precisa che deve solo prendere dei frutti dal suo zaino, così da non disturbarli qualora il loro incontro si prolungasse nel pomeriggio. Misofova, invece, afferma che lei si ne raccoglierà altri dalla foresta, se ne sentirà la necessità. Mariana rassicura gli amici, invitandoli a non preoccuparsi, aggiungendo che la capanna è anche la loro, ed è giusto che possano entrare e uscire liberamente. Misofova ribatte che la capanna serve soltanto a custodire i loro effetti personali e a rispondere alle loro necessità, e che non rappresenta un gran problema non entrarci. Poi si rivolge a Igneusapillo e Introvertefila, chiedendo se hanno voglia di andare al fiume per inventare giochi con i fili; entrambi accettano con entusiasmo e, salutando gli altri, si allontanano. Poco dopo, Anney decide di trascorrere un po’ di tempo all’aperto e, con Icey abbracciata a lei, si allontanano insieme. Mentre Mariana si pettina, Eleftero tira fuori dei frutti dal proprio zaino e, con un sorriso, le domanda se le piaccia Fulvio. Mariana risponde che Fulvio è carino, ma che ciò che conta veramente è il carattere; confessa di non conoscerlo ancora bene, ma aggiunge che, se avrà un buon carattere, forse tra loro potrebbe funzionare. Eleftero le dice che qualsiasi scelta faccia, l’importante è che sia felice, e aggiunge di sperare che, se Mariana e Fulvio si mettessero insieme, lui non le chieda mai di allontanarsi dagli amici. Mariana afferma che, se Fulvio decidesse di fare una simile richiesta, dimostrerebbe di non amarla, e lei, in tal caso, lo lascerebbe. Aggiunge inoltre che lo lascerebbe anche perché, qualora Fulvio le chiedesse di allontanarsi dai suoi amici, creerebbe un’instabilità nella loro relazione, una condizione che potrebbe perfino portarla a tradirlo. Infine, conclude affermando che per lei sarebbe impossibile accettare una relazione priva di amore e incerta. Eleftero, ammirato, le riconosce una notevole maturità e le propone, una volta terminato l’incontro con Fulvio, di riunirsi con lui e gli altri per cucinare insieme la carne degli animali che hanno cacciato. Mariana accetta con un sorriso, ed Eleftero, mentre inizia a gustare uno dei frutti presi, la saluta dicendole che si farà un giro ed esce dalla capanna. Poco dopo, arriva Fulvio, ancora soggiogato dal dominio della copia dell'anima di Maioregradu, con una cesta ben coperta da un piumone. Mariana lo saluta e lui, restituendo il saluto, le confessa che, vedendola, i suoi occhi riprendono a brillare grazie alla sua luce. Le parole di Fulvio la imbarazzano, e lui si siede a terra, togliendo il piumone dalla cesta e tirando fuori con cura le vivande e le posate. Mariana inizia a mangiare gli spaghetti e Fulvio la segue, gustando il piatto con lo stesso silenzioso piacere. Quando finiscono, Fulvio nota un residuo di salsa sulle labbra di lei; prende un tovagliolo e, con gentilezza, le pulisce la bocca. Le spiega il motivo del gesto, e Mariana lo ringrazia con timidezza, un lieve sorriso che sfiora le sue labbra. Poi Mariana passa alle pizzette, e Fulvio continua a seguirla nelle scelte, lasciandosi guidare dai suoi gusti. Mentre mangiano, infila una mano in tasca e ne estrae un sasso, raccontando a Mariana di aver trovato nel fiume diversi sassi con degli strani simboli. Sottolinea quanto siano affascinanti e aggiunge che, tra tutti, ha scelto proprio il sasso che ha in mano da portare con sé. Mariana concorda sul fatto che i sassi del fiume siano affascinanti e afferma di averne uno anche lei. Poi, sorridendo, estrae dalla tasca il suo mezzo sasso blu, caratterizzato da varie rotture. Lo mostra a Fulvio, sottolineando che, anche se non è in ottimo stato, esso è il suo sasso raccolto nel fiume. Fulvio le racconta allora della passione di sua sorella per i sassi particolari, sottolineando che quel sasso blu, unico nel suo genere tra quelli del fiume, arricchirebbe sicuramente la sua collezione. Mariana, sentendosi un po' in imbarazzo, si scusa e spiega che tiene molto a quell'oggetto e non desidera darlo via. Fulvio, con un sorriso comprensivo, le assicura che capisce perfettamente e che non insisterà, aggiungendo che forzarla a separarsi dal suo mezzo sasso rovinerebbe la sua bellezza. Dopo questo scambio, i due continuano a mangiare tutto il cibo che Fulvio ha portato, assaporando ogni piatto con gusto, fino ad arrivare al tortino al cioccolato a forma di cuore. A questo punto, Fulvio si propone di dare a mangiare a Mariana il tortino, desiderando che possa concentrarsi pienamente sul gusto e assaporare il dolce. Ma Mariana risponde che preferisce mangiare da sola, e Fulvio non può fare a meno di elogiarla, commentando che era evidente che una ragazza carina come lei non potesse che essere anche indipendente. Una volta terminato il dolce, Fulvio prende le mani di Mariana e le dice che sono delicate, proprio come lo è il suo animo. Poi, lasciando le sue mani, inizia a creare dei fili invisibili con una mano, caricandoli di energia e dirigendoli verso la sua tasca. La guarda intensamente negli occhi e, con l'altra mano, le sfiora i capelli, osservando che i suoi biondi riflessi catturano la luce in modo straordinario, colpendo chiunque la veda. Infine, aggiunge che i suoi occhi azzurri rappresentano una bellezza e una profondità simili a quelle del mare. Fulvio, servendosi dei suoi fili, giunti all'interno della tasca di Mariana, tira fuori dalla tasca di Mariana il mezzo sasso, lo prende in mano ridendo, affermando che l'unica cosa che gli interessava era proprio quel sasso, prima di fuggire via con esso. Nella capanna dei Doppia Z, Maioregradu racconta agli altri membri del gruppo di aver preso il sasso, e tutti si complimentano con lui, incluso il capo, che sottolinea di aver intravisto fin dal primo giorno in Maioregradu qualcosa di speciale rispetto agli altri.
Nel mentre Mariana esce dalla capanna e segue Fulvio, le lacrime le rigano il volto mentre gli urla che l’ha ingannata. Con il dolore che le stringe il petto, crea i fili e li carica di energia, dirigendoli verso di lui. Fulvio si volta per un attimo, nota i fili e, con un tono distaccato, le dice che è stata lei a fidarsi di lui. Senza fermarsi, aggiunge che tentare di dominare altre creature con i fili è molto peggio che rubare un sasso. Mariana afferma di non volerlo dominare, spiegando che i suoi fili, sono carichi di energia, non potendo dominare nessuno. Fulvio, nella fuga, si muove continuamente, per evitare che i fili di Mariana riescano a raggiungere la sua mano e strappargli via il sasso. Senza voltarsi, le lancia parole crudeli, chiedendole come abbia mai potuto pensare che qualcuno potesse amarla. La deride, definendola brutta: i suoi capelli gialli sono così sgradevoli che sembrano bruciare le redini degli occhi di chi la osserva, e dovrebbero coprirle entrambi gli occhi, invece di nasconderne solo uno. I suoi occhi azzurri, aggiunge con disprezzo, sono come lacrime che scendono su chiunque li guardi, quasi pentiti di aver posato lo sguardo su uno scempio simile. Mariana, ancora in lacrime, lo accusa di essere un ipocrita. Fulvio, senza un attimo di esitazione, crea a sua volta dei fili, li riempie di energia e, con un colpo secco, li scaglia contro di lei, colpendole le gambe con un colpo secco. Mariana cade a terra, in ginocchio, mentre Fulvio si allontana rapidamente senza guardarsi indietro. Mariana rimane a terra, continuando a piangere, ferita dalla crudeltà di Fulvio. L’ha ingannata, fingendo di amarla solo per rubarle il sasso, e poi, senza alcuna pietà, la umilia colpendo il suo aspetto, lo stesso che fino a poco prima esaltava.
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Translenergici e Sýrmata Pupa: Una Vita Libera
Parte 7: Il Revelindustria
Tenebrisesse è dal parrucchiere, un esploratore che esercita anche l'arte del taglio, intento ad accorciargli i capelli. Al suo fianco, uno dei suoi coinquilini della casa nel villaggio degli Energici lo osserva, e incuriosito gli domanda il motivo di questo cambiamento improvviso. Tenebrisesse risponde che Corrumpesimia lo ha visto e, sebbene ora si trovi a Severpoli, potrebbe tornare un giorno al villaggio degli Energici e riconoscerlo. Aggiunge che, con i capelli corti, riuscirà a confonderlo. Il coinquilino, cambiando discorso, chiede se si prevede di liberare nuovamente le anime oscure per restituire la libertà a Novu, ricordando che, durante l'ultima battaglia, Corrumpesimia ha intrappolato anche l'anima del loro compagno. Tenebrisesse dice che appena sarà utile farlo lo farà. Il coinquilino osserva che, con Novu intrappolato, sarebbe importante liberare le anime oscure per salvarlo, anche se queste verranno imprigionate di nuovo in seguito. Ma Tenebrisesse scuote il capo, affermando che non è ancora il momento e che, quando sarà necessario, anche Novu verrà liberato. Il coinquilino, con un filo di speranza, chiede se almeno si possa recuperare il corpo di Novu, ma Tenebrisesse afferma di non sapere dove si trovi. Tuttavia, assicura che lo recupereranno appena sarà opportuno. Finito di tagliare i capelli, Tenebrisesse chiede il conto. L'esploratore risponde con un sorriso compiaciuto, richiedendo 25 lumdollari. Dopo aver pagato, Tenebrisesse invita il coinquilino a recarsi all'incontro organizzato dai Doppia Z per scoprire quali siano le loro intenzioni. Così, i due si dirigono all'incontro senza indugiare.
All’incontro, Maioregradu e il capo dei Doppia Z salgono sul palco. Il capo dei Doppia Z informa il gruppo che Maioregradu ha scoperto qualcosa di cruciale per la loro missione. Maioregradu rivela di aver appreso l’esistenza di un antico incubo, potente, relegato nella Caverna dei Brutti Sogni, che può essere risvegliato attraverso un particolare processo. Spiega che è fondamentale recuperare dei sassi dal fiume: una volta a contatto con una speciale polverina estratta dalle pietre rivelatrici – che loro già possiedono – questi sassi faranno illuminare il proprio simbolo. Aggiunge che devono trovarne quattro e che uno di essi ha un colore unico, diverso dalle altre e quindi riconoscibile. Un membro del gruppo chiede cosa faranno nel caso qualcuno abbia già preso una o più dei sassi necessari dal fiume. Il capo gli risponde che solo un suo amico raccoglieva sassi da quel fiume e che, se avesse accettato di unirsi a loro, gli avrebbero potuto risparmiargli la vita. Afferma che, in ogni caso, prenderanno anche i sassi nella capanna del suo amico. Un altro membro domanda cosa succederebbe se i sassi indispensabili si fossero rotti. Maioregradu spiega che la polverina delle pietre rivelatrici è in grado di riparare i sassi che illuminano i propri simboli al contatto con essa. Poi aggiunge che questi sassi servono per attivare il Revelindustria, un antico strumento di cui hanno già l’orologio, ma a cui manca una rotellina, divisa in quattro frammenti perduti nella foresta. Afferma che ciascuno dei pezzi possiede un simbolo nascosto, corrispondente a uno tra quelli dei sassi necessari. Informa che, una volta raccolti i sassi, se si posiziona il sasso giusto davanti a una delle quattro sezioni della rotellina, il simbolo corrispondente si rivelerà anche su di essa. Tuttavia, avverte che se con il sasso successivo si sbaglia la sezione, i simboli precedentemente rivelati svaniranno. Rassicura comunque tutti che si potrà riprovare più volte, fino a quando tutti i simboli della rotellina non saranno svelati definitivamente e non potranno più svanire. Spiega che, successivamente, sarà necessario ritagliare un pezzo di carta della stessa forma e dimensione della rotellina dell’orologio e disegnarvi con precisione i simboli della rotellina. Sottolinea l'importanza di affidare il compito a un artista, affinché ogni simbolo sia tracciato con accuratezza, perfettamente identico a quelli presenti sulla rotellina. Prosegue spiegando che, una volta completato il disegno, la carta con i simboli dovrà essere applicata con precisione sulla rotellina, affinché i simboli incisi su di essa si illuminino. Afferma poi che il Revelindustria ha la funzione di rivelare, puntandolo su un Energico, se esso è un Sýrmata Pupa Respingente, una particolare varietà di Sýrmata Pupa la cui energia interna è costituita da cariche uguali, equamente distanziate, distribuite nel rivestimento. Informa che i fili di questo Sýrmata Pupa possiedono una struttura interna circondata da un rivestimento esterno, distanziato e dotato di una carica uguale. Prosegue affermando che il rivestimento impedisce ai Translenergici di dominare l'interno, ostacolandone il controllo sui fili. Egli spiega, inoltre, che i Sýrmata Pupa Respingenti allontanano le persone. Afferma che occorre un Energico incendiario capace di portare la propria energia nei fili del Sýrmata Pupa per inciendiarli, mantenendo però la barriera che impedisca alle fiamme di bruciare ciò che toccano; un Energico congelante in grado di trasmettere la propria energia nei fili per congelarli, senza che essi vengano sciolti dalle fiamme grazie alla barriera che avvolge quest'ultime; un Sýrmata Pupa normale che utilizzerà poi i propri fili per forzare le due parti dei fili del Sýrmata Pupa Respingente a unirsi, opponendosi alla loro naturale repulsione e, infine, un Translenergico che dovrà concentrare un’enorme quantità di energia in un singolo punto del rivestimento dei fili, spingendolo contro la parte interna con cui si respinge, provocando un’esplosione che romperà la barriera delle fiamme, permettendo a queste di sciogliere il ghiaccio in un ciclo senza fine, con il fuoco e il ghiaccio che dovranno essere continuamente ricreati. Afferma che un determinato cristallo piccolo, di colore azzurro, deve essere posto sotto i fili, mentre un determinato cristallo più grande, di colore arancione, va collocato a destra o a sinistra. Il cristallo piccolo si attiverà appena bagnato dall'acqua creata dallo scioglimento del ghiaccio nei fili, restando attivo finché l'acqua lo bagnerà, mentre il cristallo grande, assorbendo l’energia dell’esplosione, si attiverà per un breve periodo. Aggiunge che quando entrambi i cristalli saranno attivi contemporaneamente, emetteranno una luce intensa, per poi autodistruggersi, facendo risorgere l’incubo infuocato con le corna di montone. Afferma che, grazie alla potenza di quest'incubo, potranno persuadere molti incubi pentiti a unirsi per l’invasione della Radura, potendo finalmente dare la libertà ai Sýrmata Pupa. I Doppia Z esultano mentre Maioregradu riflette che, se riusciranno a liberare l’incubo, la sua influenza tra i Doppia Z crescerà, con la prospettiva di una promozione. Pensando che potrebbe addirittura stabilire un record per aver ottenuto una promozione in breve tempo. Quindi riprende la parola e spiega che, per attivare i cristalli, è necessario che l’Energico incendiario, l’Energico congelante, il Sýrmata Pupa normale e il Translenergico normale siano legati da un’amicizia sincera. Il capo dei Doppia Z menziona immediatamente Eleftero e i suoi amici, informando che tra di loro ci sono i tipi di Energici necessari e che vantano quel legame. Maioregradu commenta che questa è davvero una fortuna. Il capo dei Doppia Z prosegue delineando il piano: per prima cosa, si occuperanno di cercare i frammenti del Revelindustria nella foresta e di raccogliere tutti i sassi del fiume, che verranno controllate con la polverina, riposandosi dopo il completamento di tale fase; successivamente, si dedicheranno alla ricerca della ragazza nel villaggio, ritenendo probabile che si trovi al suo interno, vista la presenza di numerosi Energici; dopodiché si occuperanno dei cristalli, dei quali già conoscono la posizione, affermando di aver annotato la posizione su un foglio, dove ha meticolosamente segnato ogni singola tappa. Mostra quindi il foglio ai presenti. Un membro del gruppo domanda, curioso, perché non cominciare subito anche con i cristalli, visto che sanno dove trovarli. Il capo risponde che il luogo è lontano e che è meglio prima focalizzarsi su trovare gli oggetti più difficili da reperire. Poi, riprendendo la spiegazione, elenca le tappe successive: la cattura degli Energici necessari e, infine, l'evocazione dell’incubo, preludio all'invasione finale. Tenebrisesse, rivolgendosi ai tre membri del suo gruppo, osserva che il piano sembra interessante. Uno di loro propone di invitare Maioregradu a unirsi a loro, ma Tenebrisesse scuote il capo: Maioregradu sembra troppo vicino al capo dei Doppia Z e sta rapidamente guadagnando notorietà all'interno del gruppo, rendendo improbabile un suo tradimento. Il compagno chiede quindi se, per attuare il piano dei Doppia Z, abbiano intenzione di sabotarli, ma Tenebrisesse obietta che così perderebbero la possibilità di monitorare le mosse dei rivali e insiste sull'importanza di rimanere informati. Il compagno precisa che non intendeva proporre un'azione collettiva di sabotaggio, ma suggeriva piuttosto che potrebbe farlo uno di loro. Tenebrisesse ribadisce il proprio rifiuto al sabotaggio, sostenendo che, essendo in quattro all’interno del gruppo nemico, potranno elaborare strategie migliori rispetto a quando erano in tre. Aggiunge inoltre che, per il momento, i Doppia Z potrebbero essere utili nella ricostruzione dell’orologio, che sarà poi possibile sottrarre loro in seguito. Sottolinea che, appena si presenterà l’occasione di agire senza essere scoperti, sarà necessario impadronirsi del foglio con il piano del capo per conoscere la posizione dei cristalli e prenderli, lasciando sul posto alcuni uomini come sorpresa per i Doppia Z, quando cercheranno di impadronirsi dei cristalli.
Intanto, Mariana si trova al fiume, intenta a osservare il solito pesce raro che nuota placido tra le acque. Mentre il pesce si dirige lentamente verso la corrente del fiume, Mariana continua a seguirlo con lo sguardo e nota, poco distante sulla riva, una ragazzina che, persa dietro a una farfalla, avanza senza badare ai propri passi avvicinandosi all’acqua. Mariana la chiama, urlandole di fare attenzione, mentre si precipita verso di lei. Ma, un istante prima che la ragazzina cada nel fiume, una forza invisibile la trattiene, spingendola all’indietro e salvandola dalla caduta. Tre ragazze si avvicinano alla ragazzina e, con gesti delicati, la aiutano a rialzarsi. La ragazzina ha lineamenti delicati, pelle chiara e lentiggini sparse sul viso. Ha grandi occhi di un azzurro-grigio chiaro, che sembrano profondi e assorti, trasmettendo un'espressione riflessiva e calma. I suoi capelli sono castano chiaro, a caschetto, mossi e abbastanza voluminosi, incorniciando il viso con morbidezza. Indossa un maglione chiaro sopra una maglietta semplice, creando un look sobrio e naturale, che riflette un senso di riservatezza. La prima delle ragazze accanto a lei ha una corporatura snella e agile, con lineamenti delicati, occhi attenti e un po' riservati e con i capelli castano chiaro lasciati sciolti. La seconda è più robusta e atletica, con una postura sicura e uno sguardo protettivo, quasi vigile. Ha occhi che esprimono determinazione e intensità, e i suoi capelli sono nero corvino e lisci, tenuti in una coda per praticità. L'ultima ha una corporatura leggermente più alta e slanciata, con un portamento elegante e riservato. I suoi lineamenti sono definiti, e il suo sguardo è più pacato e riflessivo. I suoi capelli sono color castano scuro, lunghi e ben curati, con un’acconciatura che evidenzia raffinatezza. La ragazza più alta dice a Mariana di non preoccuparsi, spiegando che lei e le altre stanno tenendo d'occhio la sorella. Poi si avvicina alla sorella, la abbraccia e le dà un bacio sulla guancia. Poi, rivolgendosi nuovamente a Mariana, precisa che poco prima la sorella era rimasta a breve distanza da loro, intenta a giocare a scacchi mentre loro facevano il picnic, e che si erano posizionate in modo da poterla osservare. Sottolinea che, appena l’ha vista seguire la farfalla diretta verso il fiume, ha creato dei fili e li ha mandati verso di lei, riuscendo a spingerla indietro prima che potesse cadere. Mariana chiede se non volevano fare un picnic insieme alla sorella. Mariana le chiede allora se non volessero fare il picnic insieme alla sorella. La ragazza alta le risponde che avevano preparato tutto proprio per stare unite, ma la sorella aveva scelto di sedersi un po’ più distante. Aggiunge, però, che non l’hanno mai persa di vista, pronte a intervenire se fosse stato necessario. Infine, sottolinea che, quando si concentra su qualcosa, la sorella si estranea completamente dal mondo intorno al punto che stava rischiando di cadere in acqua seguendo una farfalla. Mariana si presenta alle ragazze e, con un sorriso, chiede loro i nomi. La prima a rispondere è la ragazza dalla corporatura snella e agile, che si presenta come Misankalià. Subito dopo, la ragazza robusta accanto a lei afferma di chiamarsi Misanira. Infine, la ragazza alta si presenta come Mononoika. Mariana si rivolge alla ragazzina più piccola, domandandole anche il suo nome, ma la ragazzina rimane in silenzio. Mononoika allora smette di abbracciare la sorella, le si mette di fronte, posa una mano sulla sua spalla e, sorridendo, le dice, con un tono un po' più alto, che Mariana vorrebbe sapere come si chiama. La ragazzina con un tono distaccato risponde di chiamarsi Eila, e Mononoika spiega a Mariana che il vero nome della sorella è Eira, ma che ha difficoltà a pronunciare alcuni suoni e non riesce a dirlo correttamente. Poi aggiunge che il cognome di tutte loro è Gale. Mariana, con un cenno gentile, dice che invece il suo cognome è Taibi. Poi, afferma di avere diciotto anni e, con curiosità, chiede alle ragazze la loro età. Misankalià risponde subito, rivelando di avere anche lei diciotto anni; Misanira dice di averne venti, mentre Mononoika sorride dicendo che ne ha ventidue. Eira, con il consueto distacco, afferma di avere "oi-oici" anni. Misankalià sorride dolcemente e sfiora con un bacio affettuoso la testa della sorella. Mariana, accorgendosi che Eira ha tenuto la bocca aperta per tutto il tempo, chiede alle sorelle della giovane se sia una cosa normale. Misankalià spiega con calma che Eira ha una particolare condizione genetica: una particolare conformazione dei polmoni, collegati alla bocca e alle orecchie, che crea un flusso d’aria grazie a una turbina interna. Questa si attiva, espellendo aria sia dalla cavità orale che dalle tube di Eustachio. Dei ragazzi si avvicinano alle ragazze e uno di loro chiede a Misanira se è fidanzata. Misanira scuote la testa e risponde di no, e il ragazzo, felice della risposta, si avvicina fino a sfiorarla, le prende la mano e dichiara di voler essere lui il suo ragazzo. Con un sorriso cortese, lei ritrae la mano e con gentilezza lo allontana, spiegandogli che non desidera un fidanzato e non ama avere gli uomini troppo vicini. Il ragazzo, colpito, lascia scivolare una lacrima e le chiede, con speranza, se non voglia almeno provare. Misankalià, intenerita, gli parla con affetto, dicendogli che il rifiuto è parte della vita e che, senza dubbio, troverà altre ragazze che sapranno apprezzarlo. Il ragazzo, con slancio, abbraccia velocemente Misankalià, esclamando che lei lo comprende davvero. Misankalià, però, risponde che non sopporta gli abbracci e, con un gesto deciso, lo allontana, spingendolo verso Mononoika, la quale si ritrae scusandosi e spiegando che non ama avere troppa vicinanza con chi non fa parte della famiglia. Le ragazze decidono di fare ritorno a casa e invitano Mariana a vedere dove abitano. Con entusiasmo, Mariana accetta. Mononoika si pone di fronte a Eira, le posa una mano sulla spalla e le comunica che stanno rientrando, chiedendole se sia d'accordo. Eira inizia a camminare, mentre Mononoika le prende la mano e le chiede di aspettare, spiegandole che devono prima recuperare la cesta, la tovaglia e la scacchiera. Raccolgono ogni cosa e si avviano verso la loro capanna, con Mariana al seguito.
Durante il cammino, Mariana nota che Eira sembra più distante dalla sorella rispetto a prima e le chiede se, questo allontanarsi sia segno di un desiderio di dirigersi in quella direzione. Mononoika sorride e spiega che, quando cammina, Eira tende ad allontanarsi leggermente di lato, sia che sia assorta nei suoi pensieri sia che sia perfettamente consapevole di ciò che la circonda. Le chiarisce poi che, se Eira volesse davvero andare in quella direzione, la guarderebbe e a lei la tirerebbe verso di essa. Dice che, per questa ragione, quando escono con Eira, tendendo lei a perdersi velocemente nei suoi pensieri, almeno una delle sorelle le tiene la mano durante la passeggiata, così da tenerla sotto controllo. Spiega che, finché Eira non mostra segni di disagio per questo, possono continuare a farla uscire; ma che, non appena lei decidesse di non voler più dare la mano, diventerebbe difficile farla uscire di casa. Prosegue spiegando che Eira, con i suoi soli dodici anni, è ancora troppo giovane per poter badare a sé stessa in autonomia, e il suo benessere è una responsabilità primaria dei genitori. Tuttavia, non potendo questi raggiungere il villaggio a causa degli impegni di lavoro, hanno affidato Eira a loro, le quali, desiderose di regalarle qualche giorno sereno lontano dalla città, hanno insistito con i genitori per ottenere il permesso di portarla con loro nel villaggio. Affermando che ciò ha posto su di loro la responsabilità di vigilare sulla sicurezza e sul benessere della sorellina, facendo in modo che ogni momento trascorso insieme possa essere, per lei, sereno e protetto. Spiega quindi che, se Eira un giorno dovesse rifiutarsi di prendere per mano una di loro, proveranno a farle comprendere l'importanza di questo gesto. Tuttavia, se Eira continuasse a non voler dare la mano, non potrebbero portarla fuori, poiché, quando si perde nei suoi pensieri, tende a camminare senza essere consapevole di ciò che accade intorno a lei, il che rende la passeggiata pericolosa, specialmente in città, tra le automobili. Aggiunge che, nel villaggio, non essendoci auto, potrebbero permettersi di lasciarle la libertà di camminare da sola, seguendola da vicino e aiutandola, se necessario, almeno per il tragitto di andata. Chiede conferma alle altre sorelle, e queste, concordando, annuiscono.
Arrivano alla capanna, e Mononoika, con il solito metodo, informa Eira che sono giunte a destinazione. Eira si siede a terra e inizia a giocare con i suoi scacchi. All’interno della capanna, numerosi sassi del fiume sono sparsi ovunque. Mariana chiede alle ragazze da quanto tempo siano al villaggio e se collezionino quei sassi del fiume. Con un sorriso, racconta anche lei di possederne uno, sebbene non sia più in buone condizioni. Dalla tasca tira fuori una metà di sasso blu, visibilmente danneggiata, a causa dello scontro avuto con Saevalacerta. Le ragazze mostrano un'espressione di dispiacere: immaginano quanto potesse essere bello quel sasso blu, soprattutto osservando quelli integri disseminati nella capanna. Mariana annuisce, confermando che lo era, ma che va bene anche così, e riposa il sasso con delicatezza. Mononoika, rispondendo alle domande, spiega che lei e le sorelle sono arrivate al villaggio solo oggi e che quei sassi erano già presenti nella capanna. Sottolinea che, anzi, sembrano persino essere diminuiti. Poi prosegue, ricordando come il venditore, dopo averle condotte nella capanna al loro arrivo nel villaggio, avesse raccontato come essa fosse stata occupata, fino a poco tempo prima, da un’amica del vecchio proprietario ormai defunto, la quale si era stabilita lì per custodirne la memoria. Prosegue il racconto del venditore spiegando come, inizialmente, la ragazza fosse restia a cedere la capanna; tuttavia, col passare dei giorni, lui è riuscito a convincerla e, alla fine, lei ha accettato di vendergliela. Improvvisamente, due membri dei Doppia Z entrano nella capanna e, vedendo le ragazze, si scusano, spiegando di aver creduto che fosse disabitata e di aver preso alcuni dei sassi. Le ragazze li rassicurano dicendo che, se desiderano, possono portarli via tutti, poiché a loro non interessano. Uno dei due membri della Doppia Z, sorpreso, chiede se davvero possono prenderli gratuitamente, ma l’altro lo rimprovera a bassa voce, avvertendolo di non fare domande simili, altrimenti le ragazze potrebbero davvero far pagare quei sassi. Così, i membri dei Doppia Z raccolgono altri sassi e si allontanano dalla capanna, visibilmente soddisfatti. Mononoika, con il solito metodo, domanda a Eira se sente il bisogno di andare in bagno. Eira, allora, sospende la partita di scacchi e si dirige verso il bagno. A quel punto, Mariana si rivolge a Mononoika chiedendole se Eira non ci vada di solito di sua iniziativa. Mononoika, con un sorriso comprensivo, le spiega che sua sorella, quando è immersa in qualcosa, tende a ignorare il bisogno finché non diventa urgente, sottolineando che trattenersi troppo a lungo può avere conseguenze spiacevoli. Aggiunge che lei e le altre sorelle si assicurano sempre che Eira si prenda cura di sé: le ricordano di fare il bagno, poiché altrimenti tende a dimenticarlo o a rimandarlo, e di fare piccoli spuntini, che altrimenti tralascerebbe. Spiega inoltre che la chiamano per la colazione, poiché se è assorbita da qualcosa rischia di posticiparla, trovando poi il cibo ormai freddo, che quando escono le domandano se vuole venire con loro, poiché non esce mai di casa, e che cercano di rendere lo studio più piacevole per lei, così che non lo trascuri. Infine, Mononoika domanda a Mariana come possono organizzarsi per l’acqua nella capanna e per il cibo, e Mariana illustra loro il sistema del villaggio. Quando termina la spiegazione, le ragazze la ringraziano calorosamente, e Mariana risponde che è felice di aver potuto esser loro d’aiuto. In quel momento, Eleftero chiama Mariana, informandola che lui e gli altri hanno in programma di fare un giro insieme e invitandola a unirsi. Mariana accetta con un sorriso, e lui le propone di trovarsi davanti alla loro capanna. Prima di uscire, Mariana saluta le ragazze, spiegando che deve andare; loro ricambiano il saluto con calore, esortandola a passare a trovarle ogni tanto. Mariana promette che lo farà, poi si allontana, uscendo dalla capanna.
Mariana raggiunge i suoi amici, e insieme iniziano la passeggiata. Durante la passeggiata, Introvertefila commenta che il villaggio è piccolo e offre solo capanne alla vista, mentre la città era molto più grande, con una varietà di edifici e altre città nelle vicinanze. Sottolinea che camminare nel villaggio finisce per risultare monotono e aggiunge che sarebbe stato meglio creare un luogo dedicato agli Energici in qualche zona urbana abbandonata. Mariana concorda e aggiunge che, con la creazione del villaggio, il paesaggio ha perso qualcosa della sua bellezza. Eleftero, però, risponde che non è detto ci siano zone urbane abbandonate e sottolinea che il paesaggio non è rovinato, visto che gran parte del prato fiorito è ancora libero dalle capanne. Introvertefila confessa di sentire la mancanza di Severpoli e dei suoi genitori. Misofova, allora, le dice che, con la ripresa della scuola, potrebbero fare un giro a Severpoli prima di tornare al villaggio, e magari visitare i suoi genitori. Introvertefila considera l’idea di fermarsi a Severpoli di tanto in tanto, tornando al villaggio il giorno successivo. Misofova le assicura che potrebbe farlo, e aggiunge che la vita al villaggio la aiuterà a diventare più indipendente. Filofilia dice a Misofova che sentire la mancanza della propria famiglia non significa mancare di indipendenza. Sibilla, mentre legge un libro, interviene, raccontando come, quando Eleftero le ha informate del progetto del villaggio, abbiano informato anche la loro famiglia, per sapere se avrebbero voluto unirsi alla comunità di soli Energici. Sottolinea, però, che questo non vuol dire che non sappiano cavarsela da sole. Misofova annuisce e ribadisce che, in ogni caso, vivere nel villaggio offre il vantaggio di imparare a essere indipendenti per chi ancora non lo fosse, e di rafforzare tale capacità in chi già la possiede. Eleftero concorda, spiegando che Misofova non intendeva offendere Introvertefila sottolineando che l’esperienza nel villaggio avrebbe potuto incrementare la sua indipendenza. Introvertefila, allora, risponde serena, ricordando che sa bene come Misofova, essendo la fidanzata di suo cugino, non la insulterebbe mai. Poco dopo, incontrano Provolí e Servubtus e li salutano con calore. Eleftero chiede loro se siano in pausa dalla costruzione delle capanne. Provolí, mentre mangia dei frutti, risponde che hanno lavorato talmente tanto da dimenticarsi del pasto mattutino e che ora stanno recuperando le energie per riprendere a lavorare. Misofova osserva che è duro lavorare tutto il giorno, ma Provolí ribatte che non c'è fatica se si fa ciò che piace. Spiega che molte persone finiscono per non amare il proprio lavoro perché scelgono in anticipo il loro futuro, decidendo di intraprendere una professione prestabilita e togliendosi la possibilità di studiare altro con la stessa intensità. Aggiunge che nulla è deciso e che il futuro non può essere pianificato rigidamente, invitando ad adattarsi e studiare solo per il puro amore della conoscenza, perché ciò che si apprende può rivelarsi utile come anche no. Eleftero concorda con suo zio. Provolí raccomanda ai ragazzi di divertirsi finché possono, di sfruttare fino in fondo i giorni d’estate prima che la scuola riprenda. Finisce poi di mangiare l’ultimo frutto, e insieme a Servubtus saluta i ragazzi, che ricambiano il saluto, prima prima che entrambi tornino al lavoro. Misofova dice ai suoi amici che forse il problema non è il villaggio che è monotono, ma loro che hanno iniziato ad avere un pensiero sbagliato. Afferma che hanno cominciato a pensare che serva un ambiente stimolante e variegato per divertirsi, ma in realtà il limite è dentro di loro poiché non cercano di capire cosa potrebbero fare di divertente con ciò che hanno. Introvertefila allora propone di giocare a palla, ma Misofova le ricorda che lo hanno già fatto, suggerendo invece che sarebbe meglio sperimentare qualcosa di nuovo. Igneusapillo, allora, propone di esplorare la foresta, e Sibilla e Filofilia concordano, aggiungendo che loro lo fanno spesso, e rassicurano gli altri che, di giorno, il rischio di incontrare animali feroci è molto basso. Misofova, però, ribatte di non aver voglia di fare qualcosa del genere al momento. Non scoraggiato, Igneusapillo suggerisce allora di andare a Severpoli per acquistare giochi d’indovinelli e poi rientrare, ma Misofova fa notare che richiederebbe troppo tempo e che sarebbe meglio rimandare a un’altra occasione. Poi, Introvertefila propone di fare degli aquiloni con i fili, ma Misofova, sempre scettica, osserva che non si muoverebbero a causa del vento, ma solo sotto la spinta della loro volontà, il che renderebbe l’attività priva di significato. Misofova ha un’idea e chiede a Introvertefila di creare dei fili, spiegando che ha in mente qualcosa di divertente. Introvertefila obbedisce, e Misofova prende il controllo dei fili, li unisce, li espande fino a dargli la forma di un enorme macchinone con ruote massicce. Poi, li riempie di energia, invita tutti a salire e, manovrando i fili, fa sfrecciare il macchinone. Mentre è sul macchinone, Mariana si accorge dei danni che stanno provocando al prato e chiede a Misofova di fermarsi. Misofova obbedisce e le domanda il motivo, e Mariana spiega che l'auto di fili lascia tracce evidenti e sradica i fiori, uccidendoli. Misofova le fa notare che anche camminare danneggia il prato, ma Mariana ribatte che l’impatto dei passi è molto inferiore rispetto a quello del passaggio di un’auto, e le fa notare che, essendo il villaggio immerso nel prato, è necessario camminarci sopra per vatie ragioni. Aggiunge che, invece, non c'è alcuna necessità vera di usare una macchina fatta di fili. Misofova, seppur a malincuore, distrugge i fili di Introvertefila e propone di andare al fiume per creare un motoscafo, così da non arrecare danni.
Arrivati al fiume, vedono i Doppia Z intenti a raccogliere i sassi al suo interno. Mariana, incuriosita, chiede loro se abbiano deciso di collezionare quelle pietre, e commenta che sarebbe un peccato rimuoverle tutte. I Doppia Z le rispondono che stanno semplicemente raccogliendo i sassi per esaminarli con cura nella loro capanna, sperando di trovarne qualcuno prezioso; assicurano che li riporteranno presto indietro e che, in ogni caso, il fiume ne porterà di nuovi già il giorno successivo, come accade sempre. Detto ciò, se ne vanno. Misofova, allora, si rivolge a Introvertefila, chiedendole di creare i fili. Non appena Introvertefila li crea, Misofova li prende sotto il proprio controllo, li avvolge a un albero e vi crea prolungamenti che unisce fra loro e espande fino a formare un motoscafo. Poi, riempie i fili di energia e invita tutti a salire a bordo. Appena sono tutti pronti, fa muovere il motoscafo, facendolo sfrecciare avanti e indietro sul fiume. Mariana, però, nota che i pesci, disturbati dal movimento, si agitano impauriti nelle acque e avvisa subito gli altri, chiedendo a Misofova di fermarsi. Stavolta, persino Introvertefila si unisce alla richiesta, affermando di provare compassione per i pesci disturbati. Misofova, a malincuore, riporta il motoscafo a riva, dove tutti scendono. Una volta a terra, Misofova distrugge i fili di Introvertefila e le chiede di crearne altri. Quindi, unisce le punte e li estende fino a ottenere una piccola macchinina, che inizia a far muovere sul terreno. Introvertefila segue l'esempio e insieme si divertono a far scontrare le loro macchinine fatte di fili. A un certo punto, Misofova sbotta, lamentandosi che Mariana è persino più restrittiva dei loro genitori. Mariana, però, rimane ferma e osserva che quelle azioni sono state irrispettose e che, addirittura, l’utilizzo della macchina si è rivelato dannoso. Misofova, rivolgendosi a Mariana, la accusa di essere una guastafeste, sostenendo che ostacola il loro divertimento. Mariana, sebbene avesse semplicemente difeso i fiori e i pesci, avverte un senso di tristezza per le parole di Misofova, ma sceglie di ignorare l’affermazione, lasciando che scivoli via senza risponderle. Eleftero allora interviene, affermando che Mariana non è affatto una guastafeste e che ci sono modi migliori per divertirsi con i fili. Nel frattempo, Introvertefila, assorta nella sua macchinina, suggerisce che sarebbe interessante se fosse possibile dare colore ai fili. Eleftero dice che non si devono sviluppare i propri poteri nel villaggio. A quel punto, Eleftero le ricorda che nel villaggio non è consentito sviluppare i propri poteri. Introvertefila, con calma e un lieve sorriso sulle labbra, risponde di non aver mai avuto alcuna intenzione di farlo, sottolineando che, in ogni caso, sarebbe impossibile. Misofova, con tono provocatorio, si rivolge a Eleftero, insinuando che sembra stia rinnegando l'idea originaria del villaggio, un luogo nato per consentire agli Energici di utilizzare liberamente i propri poteri. Eleftero le risponde che l’uso dei poteri è ben accetto, ma l’unica regola da onorare è che non si devono potenziare.
Nel mentre nella capanna dei Doppia Z, il gruppo dispone con attenzione i sassi su una rete, tenuta salda da un macchinario di legno. Quando tutti i sassi sono sistemati, calano la rete in una vasca piena di polvere delle pietre rivelatrici e attendono che tocchino il fondo. Poi estraggono la rete e selezionano tre sassi luminosi. Il capo osserva che manca ancora il sasso dal colore unico, a cui Maioregradu replica fiducioso che lo troveranno presto. I Doppia Z creano i loro fili e, con essi, sollevano la rete carica di sassi, portandola fino al fiume, dove la svuotano. L’enorme quantità di pietre blocca il flusso dell’acqua, e Mariana, vedendo il fiume fermo e i pesci soffrire senza acqua, interviene prontamente. Con entrambe le mani, Mariana crea i fili e unisce tra loro i fili di ciascuna mano, formando due trame distinte. Poi li espande, e con i fili di una mano crea un contenitore, mentre con quelli dell’altra modella uno scopino. Sistemato il contenitore davanti al cumulo di sassi, usa lo scopino per spingerli all’interno. Una volta raccolti i sassi, sposta i fili verso la riva, li distrugge e lascia cadere il cumulo di sassi a terra. Mariana si rivolge ai Doppia Z con tono severo, spiegando che non avrebbero dovuto scaricare così tanti sassi nel fiume. In questo modo, avevano rischiato di compromettere la vita dei pesci e l’approvvigionamento d’acqua per tutti coloro che si dissetavano oltre il fiume. I Doppia Z si lamentano con fervore che nulla soddisfa Mariana: prima si duole per il fatto che prendono i sassi del fiume, e poi li rimprovera per averne messi troppi all'interno, decidendo infine di andarsene. Le parole del gruppo pesano sul cuore di Mariana, portandola a una profonda tristezza. Eleftero, percependo il suo stato d'animo, si avvicina per consolarla, assicurandole che non ha commesso alcun errore e che è stato giusto richiamare i Doppia Z per la loro azione.
Nel frattempo, Maioregradu e alcuni membri del gruppo Doppia Z si recano dalle sorelle Gale per chiedere loro se, tra i sassi che avevano nella capanna prima che li portassero via, ne avessero notato uno di un colore diverso dagli altri. Le sorelle rispondono di non sapere ciò, e tra loro, Mononoika interviene aggiungendo di non aver controllato. Precisa però che l'unico sasso di colore diverso rispetto a quelli del mucchio è in possesso di Mariana; specifica però che quel sasso è di sua proprietà, non proviene dal mucchio, ed è solo un mezzo sasso con evidenti segni di rottura. Maioregradu ringrazia le sorelle per l'informazione e va via. Fuori dalla capanna delle ragazze, Maioregradu si volta verso il gruppo e chiede loro di indicargli chi sia Mariana. Insieme, iniziano a girare per il villaggio fino a quando il gruppo scorge Mariana e i suoi amici intenti a parlare con Provolí. Mariana tiene un mucchio di sassi, raccolti e avvolti tra i suoi fili d’energia resi a forma di una cesta. Il gruppo avvisa Maioregradu che Mariana è la ragazza con la cesta. Con un cenno, Maioregradu invita il suo gruppo a seguirlo e, dopo essersi nascosti dietro una capanna, comunica che, finché si trattava semplicemente di raccogliere sassi, potevano procedere autonomamente; ma adesso, invece, è giunto il momento di attuare la loro strategia. Con uno sguardo attento, Maioregradu scruta l’ambiente in cerca di un ragazzo attraente. I suoi occhi si posano su un giovane alto, muscoloso e biondo, intento a conversare con alcuni amici. Trovato il ragazzo, Maioregradu crea i fili e, tenendoli bassi, li dirige verso di lui. Non appena giungono alle spalle del ragazzo, Maioregradu alza i fili, li fa penetrare nella schiena del ragazzo e assume il controllo totale del giovane, che interrompe bruscamente il suo discorso. Gli amici del ragazzo lo chiamano, rivolgendosi a lui con il nome di Fulvio, e gli chiedono perché si sia fermato improvvisamente. Dominato da Maioregradu, Fulvio risponde che gli è venuta in mente un impegno e che deve andare, salutando i suoi amici mentre si dirige verso Mariana.
Eleftero afferma con entusiasmo che sia stata un'ottima idea dare i sassi a suo zio, così da poterli vendere. Mariana annuisce, condividendo il suo pensiero, mentre Introvertefila manifesta la propria gioia all’idea che Provolí dividerà i guadagni con loro. In quel momento, Fulvio si avvicina, presentandosi ai ragazzi con un sorriso e un atteggiamento amichevole. Fissando Mariana, le confida di non aver mai visto una ragazza così bella in tutta la sua vita, mentre Eleftero osserva la scena con un’espressione seria. Mariana, colta di sorpresa, lo ringrazia, e Fulvio le chiede se sia fidanzata. Quando lei risponde di no, lui commenta che è strano che una ragazza così bella come lei non abbia ancora trovato qualcuno accanto a sé, esprimendo l'opinione che magari non abbia ancora incontrato nessuno alla sua altezza. Mariana, con un’espressione timida, afferma con un tono basso di non sentirsi superiore a nessuno. Fulvio, cercando di sollevarle il morale, le risponde di non essere così dura con se stessa e di riconoscere il suo valore intrinseco. Con un gesto affettuoso, le accarezza delicatamente il volto, dicendo che la sua bellezza esteriore riflette la dolcezza e la bellezza interiore che derivano dal suo buon cuore. Mariana, con un’espressione triste, risponde di non credere ciò. Fulvio si scusa, preoccupato di aver detto qualcosa di sbagliato, e propone di farsi perdonare andando a prendere qualcosa da Severpoli, così potranno mangiare insieme al suo ritorno. Mariana insiste nel dirgli di non farlo, spiegando che non c’è bisogno e che il suo cambiamento d’umore non dipende da lui, ma è un problema personale. Fulvio, tuttavia, replica che sa che lei non vuole farlo sentire in colpa, ma per lui è importante rimediare al suo errore. Fulvio dice a Mariana che passerà a trovarla tra quattro ore e la invita a non pranzare, poiché ha intenzione di procurarsi per il loro pasto qualcosa che li sazierà. Mariana, perplessa, gli chiede se conosce il luogo in cui abita; lui le risponde che lo scoprirà e le promette che arriverà senza che lei debba fare alcuno sforzo per incontrarlo. Lei si offre di mostrargli la capanna, ma Fulvio la ferma dicendo che non è necessario che si disturbi e che arriverà da lei nell'ora stabilita, e si congeda salutando lei e i suoi amici, promettendole che si rivedranno presto. Maioregradu fa sedere Fulvio dietro una capanna vicina a quella in cui sono posizionati lui e i suoi compagni, e gli fa prendere il telefono. Con discrezione, Maioregradu osserva il numero di Teen Ship sul suo telefono, mentre attraverso il corpo di Fulvio scrive il numero sul telefono di quest'ultimo e avvia la chiamata. Quando Teen Ship risponde, Fulvio si presenta con un saluto amichevole e, con garbo, gli chiede di acquistare per lui degli spaghetti fumanti, delle pizzette fragranti, del salmone ben caldo, alcune ostriche fresche e, infine, un tortino al cioccolato a forma di cuore. Fulvio gli chiede di consegnargli il tutto all’inizio del villaggio degli Energici, assicurandogli che sarà ricompensato generosamente per il disturbo. Teen Ship accetta con entusiasmo, promettendo di arrivare al più presto, e si congeda con un saluto. Uno dei compagni di Maioregradu, sospettoso, gli domanda se intenda davvero consegnare una somma cospicua a Teen Ship. Con un gesto sottile, Maioregradu si serve di Fulvio per esplorare le tasche di quest'ultimo, scoprendo lì una somma di 500 lumdollari. Con un cenno affermativo, informa i suoi compagni che aggiungerà qualcosa di proprio e, una volta stabilito il prezzo, offrirà 200 lumdollari aggiuntivi a Teen Ship per il servizio. Poi fa avvicinare Fulvio verso di sé, gli consegna 2000 lumdollari e glieli fa riporre in tasca, per poi fargli riprendere posto dietro alla capanna di prima. Uno dei suoi compagni gli chiede se, mentre non gli serve, lascerà libero Fulvio. Maioregradu scuote il capo e risponde che no, non lo farà: conserverà la copia della sua anima dentro Fulvio fino a quando il Revelindustria non sarà operativo.
Intanto, Mariana e i suoi amici passeggiando tra le vie del villaggio, osservano alcuni abitanti intenti a strappare ciuffi d'erba e raccogliere fiori per sgombrare uno spazio dove sistemare, al centro, dei bastoncini di legno da ardere. Questi, con cura, accendono il fuoco per cucinare la carne degli animali appena cacciati, garantendo al contempo che il prato non corra alcun rischio di incendiarsi. Eleftero propone di fare altrettanto, sottolineando con entusiasmo quanto la carne sia fondamentale per mantenere una buona salute. Introvertefila, però, si oppone con fermezza, affermando di non voler mai controllare un animale per causargli sofferenza, sentimento che Mariana condivide. Eleftero le rassicura con un sorriso, garantendo che non dovranno preoccuparsi: sarà lui a occuparsi di tutto. Convinti, i ragazzi si avviano verso la foresta. All'interno della foresta, i ragazzi si imbattono in uccelli e piccoli roditori che, essendo creature minute, Eleftero non considera degne di caccia. Ma quando incrociano un gruppo di cinghiali a una certa distanza, Eleftero tira fuori l'energia interna di ognuno dei cinghiali e prende tra le mani le loro anime, lasciando i corpi privi di vita. Misofova afferma di ricordare quando Eleftero aveva raccontato di aver fatto la stessa cosa, quando aveva portato una tigre morta al villaggio, ed Eleftero annuisce, in silenziosa conferma. Introvertefila, angosciata, confida a Eleftero che, quando lui le aveva parlato del suo nuovo potere, non immaginava fosse possibile utilizzarlo da una distanza tanto grande. Aggiunge che la consapevolezza dell'esistenza di una simile capacità le dà un brivido di inquietudine. Eleftero cerca di rassicurarla, dicendo che non insegnerà mai a nessuno come padroneggiare quel potere, sottolineando che sarebbe pericoloso se finisse nelle mani sbagliate. Mariana osserva che qualcuno potrebbe comunque impararlo da solo, ma Eleftero le ricorda che, nella Radura, i Sýrmata Pupa non possono usare i propri poteri e che, nel villaggio, non permette a nessuno di sviluppare i propri poteri. Con un sorriso, le dice di non preoccuparsi. Sibilla, osservando le anime nelle mani di Eleftero, commenta che non sono simili alle anime oscure che avevano l’aspetto di piccoli fantasmini striscianti, con occhi, bocche e mani; queste, piuttosto, assomigliano a delle grandi patate. Eleftero riflette e risponde che forse, all’interno del corpo, l’anima assume una forma diversa. Poi, rimette le anime nei cinghiali e aggiunge che, prima di fare ritorno al villaggio, desidera trovare qualche altro animale. Eleftero, Misofova, Igneusapillo e Anney sollevano i corpi dei quattro cinghiali e li sistemano sulle spalle, tornando ad avanzare nella foresta. Camminando per la foresta, i ragazzi non trovano molti animali di medie dimensioni, solo cervi e daini che sfuggono rapidi. Così Eleftero, appena incontra dei topi, decide di cacciarli, e li lascia rapidamente inermi, nonostante siano piccoli e veloci. Arriva ad avere cinque topi, che tiene in una delle mani insieme a due zampe del cinghiale. Dopo aver catturato l’ultimo topo, i ragazzi scorgono il corpo di un procione pieno di formiche. Ciò che li colpisce è un oggetto metallico dorato che spunta tra i resti della carcassa. Introvertefila decide di ispezionare il pezzo metallico. Così, crea i fili, che unisce e espande fino a dare loro la forma di una spazzola. Con questa, inizia ad allontanare il corpo del procione dalle formiche, poi passa a pulirlo dalle rimanenti. Non appena una formica si arrampica sui fili, nonostante essi siano invisibili, Introvertefila li distrugge immediatamente. Avendo ripulito la carcassa, Introvertefila estrae l'oggetto dorato dalla forma triangolare. Osservandolo, nota una faccia liscia e l’altra incisa con figure di eroi della Radura che affrontano incubi. Eleftero, affascinato dall'oggetto, chiede a Introvertefila se può tenere lui il pezzo metallico, e lei acconsente dandoglielo. Eleftero propone di mostrarlo al Gran Maestro, sperando che lui possa rivelare qualcosa su quell’oggetto misterioso. I ragazzi concordano e si mettono in cammino verso la dimora del Gran Maestro. Durante il percorso, Introvertefila si rivolge a Eleftero, esprimendo la sua intenzione di non partecipare più a future battute di caccia, poiché gli fa pena vedere gli animali morire. Mariana interviene, dichiarando che anche lei preferisce non venire. Eleftero ascolta le loro parole e, comprendendo i loro sentimenti, afferma che d’ora in poi andrà da solo o con chi vorrà accompagnarlo.
Giunti davanti al Gran Maestro, i ragazzi gli chiedono se sa qualcosa riguardo l’oggetto dorato. L’anziano riflette per un momento, dicendo che gli sembra di aver letto qualcosa nei suoi libri. Poi, con un’idea che sembra illuminarlo, chiede se può scattare una foto al misterioso pezzo. Eleftero, annuendo, gli porge l’oggetto. Il Gran Maestro afferra il triangolo e, con il suo telefono, immortala entrambe le facciate del metallo dorato. Dopo aver scattato le foto, restituisce il pezzo a Eleftero, che lo ripone con cura nella propria tasca. Il Gran Maestro rassicura i giovani dicendo che se troverà qualcosa, li avvertirà. I ragazzi lo ringraziano, salutandolo rispettosamente e avviandosi verso l’uscita, tranne le sorelle Cervelli, che decidono di rimanere con il nonno per aiutarlo. Una volta fuori dalla capanna del Gran Maestro, i giovani si dirigono verso la loro capanna, dove ripongono gli animali cacciati. Mentre sistemano il bottino, Mariana nota l’ora: presto arriverà Fulvio. Con un leggero gesto, prende un pettine dal suo zaino e inizia a pettinarsi. Misofova, con un sorriso di incoraggiamento, le augura buona fortuna e suggerisce agli altri di lasciarla sola per l’incontro. Eleftero precisa che deve solo prendere dei frutti dal suo zaino, così da non disturbarli qualora il loro incontro si prolungasse nel pomeriggio. Misofova, invece, afferma che lei si ne raccoglierà altri dalla foresta, se ne sentirà la necessità. Mariana rassicura gli amici, invitandoli a non preoccuparsi, aggiungendo che la capanna è anche la loro, ed è giusto che possano entrare e uscire liberamente. Misofova ribatte che la capanna serve soltanto a custodire i loro effetti personali e a rispondere alle loro necessità, e che non rappresenta un gran problema non entrarci. Poi si rivolge a Igneusapillo e Introvertefila, chiedendo se hanno voglia di andare al fiume per inventare giochi con i fili; entrambi accettano con entusiasmo e, salutando gli altri, si allontanano. Poco dopo, Anney decide di trascorrere un po’ di tempo all’aperto e, con Icey abbracciata a lei, si allontanano insieme. Mentre Mariana si pettina, Eleftero tira fuori dei frutti dal proprio zaino e, con un sorriso, le domanda se le piaccia Fulvio. Mariana risponde che Fulvio è carino, ma che ciò che conta veramente è il carattere; confessa di non conoscerlo ancora bene, ma aggiunge che, se avrà un buon carattere, forse tra loro potrebbe funzionare. Eleftero le dice che qualsiasi scelta faccia, l’importante è che sia felice, e aggiunge di sperare che, se Mariana e Fulvio si mettessero insieme, lui non le chieda mai di allontanarsi dagli amici. Mariana afferma che, se Fulvio decidesse di fare una simile richiesta, dimostrerebbe di non amarla, e lei, in tal caso, lo lascerebbe. Aggiunge inoltre che lo lascerebbe anche perché, qualora Fulvio le chiedesse di allontanarsi dai suoi amici, creerebbe un’instabilità nella loro relazione, una condizione che potrebbe perfino portarla a tradirlo. Infine, conclude affermando che per lei sarebbe impossibile accettare una relazione priva di amore e incerta. Eleftero, ammirato, le riconosce una notevole maturità e le propone, una volta terminato l’incontro con Fulvio, di riunirsi con lui e gli altri per cucinare insieme la carne degli animali che hanno cacciato. Mariana accetta con un sorriso, ed Eleftero, mentre inizia a gustare uno dei frutti presi, la saluta dicendole che si farà un giro ed esce dalla capanna. Poco dopo, arriva Fulvio, ancora soggiogato dal dominio della copia dell'anima di Maioregradu, con una cesta ben coperta da un piumone. Mariana lo saluta e lui, restituendo il saluto, le confessa che, vedendola, i suoi occhi riprendono a brillare grazie alla sua luce. Le parole di Fulvio la imbarazzano, e lui si siede a terra, togliendo il piumone dalla cesta e tirando fuori con cura le vivande e le posate. Mariana inizia a mangiare gli spaghetti e Fulvio la segue, gustando il piatto con lo stesso silenzioso piacere. Quando finiscono, Fulvio nota un residuo di salsa sulle labbra di lei; prende un tovagliolo e, con gentilezza, le pulisce la bocca. Le spiega il motivo del gesto, e Mariana lo ringrazia con timidezza, un lieve sorriso che sfiora le sue labbra. Poi Mariana passa alle pizzette, e Fulvio continua a seguirla nelle scelte, lasciandosi guidare dai suoi gusti. Mentre mangiano, infila una mano in tasca e ne estrae un sasso, raccontando a Mariana di aver trovato nel fiume diversi sassi con degli strani simboli. Sottolinea quanto siano affascinanti e aggiunge che, tra tutti, ha scelto proprio il sasso che ha in mano da portare con sé. Mariana concorda sul fatto che i sassi del fiume siano affascinanti e afferma di averne uno anche lei. Poi, sorridendo, estrae dalla tasca il suo mezzo sasso blu, caratterizzato da varie rotture. Lo mostra a Fulvio, sottolineando che, anche se non è in ottimo stato, esso è il suo sasso raccolto nel fiume. Fulvio le racconta allora della passione di sua sorella per i sassi particolari, sottolineando che quel sasso blu, unico nel suo genere tra quelli del fiume, arricchirebbe sicuramente la sua collezione. Mariana, sentendosi un po' in imbarazzo, si scusa e spiega che tiene molto a quell'oggetto e non desidera darlo via. Fulvio, con un sorriso comprensivo, le assicura che capisce perfettamente e che non insisterà, aggiungendo che forzarla a separarsi dal suo mezzo sasso rovinerebbe la sua bellezza. Dopo questo scambio, i due continuano a mangiare tutto il cibo che Fulvio ha portato, assaporando ogni piatto con gusto, fino ad arrivare al tortino al cioccolato a forma di cuore. A questo punto, Fulvio si propone di dare a mangiare a Mariana il tortino, desiderando che possa concentrarsi pienamente sul gusto e assaporare il dolce. Ma Mariana risponde che preferisce mangiare da sola, e Fulvio non può fare a meno di elogiarla, commentando che era evidente che una ragazza carina come lei non potesse che essere anche indipendente. Una volta terminato il dolce, Fulvio prende le mani di Mariana e le dice che sono delicate, proprio come lo è il suo animo. Poi, lasciando le sue mani, inizia a creare dei fili invisibili con una mano, caricandoli di energia e dirigendoli verso la sua tasca. La guarda intensamente negli occhi e, con l'altra mano, le sfiora i capelli, osservando che i suoi biondi riflessi catturano la luce in modo straordinario, colpendo chiunque la veda. Infine, aggiunge che i suoi occhi azzurri rappresentano una bellezza e una profondità simili a quelle del mare. Fulvio, servendosi dei suoi fili, giunti all'interno della tasca di Mariana, tira fuori dalla tasca di Mariana il mezzo sasso, lo prende in mano ridendo, affermando che l'unica cosa che gli interessava era proprio quel sasso, prima di fuggire via con esso. Nella capanna dei Doppia Z, Maioregradu racconta agli altri membri del gruppo di aver preso il sasso, e tutti si complimentano con lui, incluso il capo, che sottolinea di aver intravisto fin dal primo giorno in Maioregradu qualcosa di speciale rispetto agli altri.
Nel mentre Mariana esce dalla capanna e segue Fulvio, le lacrime le rigano il volto mentre gli urla che l’ha ingannata. Con il dolore che le stringe il petto, crea i fili e li carica di energia, dirigendoli verso di lui. Fulvio si volta per un attimo, nota i fili e, con un tono distaccato, le dice che è stata lei a fidarsi di lui. Senza fermarsi, aggiunge che tentare di dominare altre creature con i fili è molto peggio che rubare un sasso. Mariana afferma di non volerlo dominare, spiegando che i suoi fili, sono carichi di energia, non potendo dominare nessuno. Fulvio, nella fuga, si muove continuamente, per evitare che i fili di Mariana riescano a raggiungere la sua mano e strappargli via il sasso. Senza voltarsi, le lancia parole crudeli, chiedendole come abbia mai potuto pensare che qualcuno potesse amarla. La deride, definendola brutta: i suoi capelli gialli sono così sgradevoli che sembrano bruciare le redini degli occhi di chi la osserva, e dovrebbero coprirle entrambi gli occhi, invece di nasconderne solo uno. I suoi occhi azzurri, aggiunge con disprezzo, sono come lacrime che scendono su chiunque li guardi, quasi pentiti di aver posato lo sguardo su uno scempio simile. Mariana, ancora in lacrime, lo accusa di essere un ipocrita. Fulvio, senza un attimo di esitazione, crea a sua volta dei fili, li riempie di energia e, con un colpo secco, li scaglia contro di lei, colpendole le gambe con un colpo secco. Mariana cade a terra, in ginocchio, mentre Fulvio si allontana rapidamente senza guardarsi indietro. Mariana rimane a terra, continuando a piangere, ferita dalla crudeltà di Fulvio. L’ha ingannata, fingendo di amarla solo per rubarle il sasso, e poi, senza alcuna pietà, la umilia colpendo il suo aspetto, lo stesso che fino a poco prima esaltava.
Re: Translenergici E Sýrmata Pupa: Una Vita Libera Ep. 7
Lun Ott 28, 2024 10:06 pm
Mariana si alza, ancora dolorante per le ferite alle ginocchia lasciatele dalla caduta, e si dirige lentamente verso la capanna. Dopo qualche ora, Eleftero la chiama per chiederle se Fulvio sia ancora lì o se possano raggiungerla per cucinare gli animali. Mariana, con una lieve tristezza nella voce, gli risponde che Fulvio è già andato via e che possono venire. Quando i suoi amici arrivano, la trovano con le ginocchia sbucciate e lo sguardo velato di malinconia. Eleftero, notando le ferite, le domanda cosa sia successo, e lei, un po’ abbattuta, spiega di essere caduta. Eleftero, intuendo che c’è altro che la turba, le chiede se ci sia qualcosa che non va. Mariana allora confessa che Fulvio l’ha ingannata per rubarle il suo sasso blu e donarlo alla sorella, appassionata collezionista di pietre rare. Misofova commenta che l’amore è sempre distruttivo. Mariana scuote il capo e precisa che non si tratta di quello, spiegando che non era innamorata di Fulvio. Sottolinea invece quanto sia stato meschino da parte di Fulvio ingannarla solo per rubarle un sasso che, per lei, aveva un valore speciale. Misofova suggerisce che, se è solo il sasso il problema, potrebbe trovarne un altro al fiume, uno integro e senza difetti. Mariana però le risponde che quel sasso le riportava in mente ricordi preziosi, che non si possono rimpiazzare facilmente. Eleftero, ricordando il discorso che avevano fatto quando trovarono quel sasso, le dice che ci sono tanti oggetti blu che potrebbero riportarle alla mente il mare e le esperienze vissute con suo padre. Mariana racconta che, quando da bambina cadde in mare, vide dei sassolini sott'acqua. Dice che nessun altro sasso possiede un blu naturale come il mare, richiamando alla sua mente quel ricordo per lei prezioso. Inoltre, sottolinea come, recentemente, quel sasso le abbia riportato alla memoria un altro momento: un giorno in cui, insieme a suo padre, si trovava in una grotta con un piccolo lago ricolmo di pietre colorate, adornate di pois e strisce bianche. Suo padre le aveva mostrato una particolarità di quel lago: bastava illuminare una o più pietre con un fascio di luce, e queste si animavano di minuscoli punti brillanti, che passavano il loro bagliore alle pietre circostanti, facendo sì che anche le altre scintillassero, creando un effetto meraviglioso nell’acqua. Aggiunge che, sebbene nel lago vi fossero pietre grandi e non sassi, e le strisce delle pietre non somigliassero a quelle dei sassi del fiume, questo ricordo si è riaffacciato alla sua mente, rendendo quel sasso una fonte preziosa dei ricordi di suo padre. Eleftero la stringe in un abbraccio rassicurante e le promette che, dopo aver cucinato la carne degli animali cacciati, l’aiuterà a recuperare il suo sasso. Aggiunge che, se i loro sforzi dovessero fallire, denuncerà Fulvio agli eroi, così che lei possa riavere ciò che le appartiene. Misofova interviene, dicendo a Eleftero che non c'è bisogno di coinvolgere gli eroi, poiché ciò creerebbe ostacoli ai cittadini del villaggio nell'utilizzo dei loro poteri per un sasso che possono riprendere senza interventi esterni. Poi Eleftero si rivolge a Mariana, chiedendole se desidera rimanere con loro mentre preparano la carne o se preferisce un momento di solitudine. Mariana gli risponde che desidera unirsi a loro. Così, Eleftero estrae dallo zaino alcuni raschietti, afferra un cinghiale e i topi, e poi invita gli altri a prendere gli altri tre cinghiali. Misofova, Igneusapillo e Anney prendono i cinghiali e insieme agli altri escono dalla capanna. Eleftero dispone alcune pietre in un cerchio compatto davanti alla capanna, un po’ distanti da essa. Al centro del cerchio sistema dei rametti raccolti nella foresta, e ai lati del cerchio pianta due bastoni nel terreno, ognuno forato al centro del manico, quindi si rivolge ad Anney e le chiede di accendere i rametti posti sulle rocce. Anney si mette subito all’opera, crea i fili, li sistema sui rametti e appicca il fuoco, lasciando che le fiamme inizino a divampare. Eleftero distribuisce un raschietto a ciascuno dei suoi amici, tranne che ad Anney. Poi afferra un cinghiale e chiede a quest'ultima di preparare altri fili per bruciarne i peli. Lei crea altri fili e, dandogli fuoco, li usa per bruciare i peli dell’animale, che Eleftero tiene saldo. Terminato il primo cinghiale, passano agli altri e poi ai topi, mentre gli altri membri del gruppo, con un raschietto in mano, cominciano a raschiare i peli bruciati. Una volta concluso il lavoro di bruciare e raschiare i peli degli animali, Eleftero comunica al gruppo che è necessario andare a prendere dell'acqua dal fiume per ripulire i cinghiali. Misofova, Igneusapillo e Introvertefila si offrono di procurare l’acqua. Prese le casse dalla capanna, si dirigono al fiume. Al ritorno, con cura e dedizione, si dedicano alla pulizia degli animali, preparandoli per la cottura. Poi, Eleftero, infila un lungo bastone nella bocca di un cinghiale, facendolo fuoriuscire dall’altro lato; poi lo posiziona sopra le fiamme e inizia a girarlo lentamente, affinché la carne cuocia uniformemente. Ripete il procedimento per gli altri cinghiali e, infine, sistema insieme i topi, arrostendoli tutti in un unico giro. Una volta pronta, la carne viene servita. Accorgendosi dell’abbondanza, decidono di condividere il pasto con gli altri abitanti del villaggio, i quali, al termine della cena, esprimono la loro gratitudine con calore e sorrisi. Dopo l’abbondante banchetto, Sibilla viene chiamata al telefono da suo nonno, che le comunica di aver trovato informazioni sul pezzo metallico. Lei gli risponde che stanno per arrivare, chiudendo poi la chiamata.
Così, i ragazzi si mettono in cammino verso il Gran Maestro. Giunti dal Gran Maestro, egli prende un libro e, posizionandolo sulla scrivania, lo apre. I ragazzi si avvicinano a lui, osservando con attenzione le pagine. Mentre sfoglia il libro, il Gran Maestro inizia a raccontare ciò che ha scoperto. Spiega che il pezzo metallico rinvenuto è una delle componenti del Revelindustria, uno strumento capace di identificare un Sýrmata Pupa Respingente rilevando la pressione della sua energia interna. A questo punto, Sibilla domanda in che senso il Sýrmata Pupa Respingente possieda una pressione interna. Il Gran Maestro spiega alla nipote che, a volte, a causa di un raro errore genetico, possono nascere dei Sýrmata Pupa Respingenti. Poi, rispondendo alla sua domanda, le spiega che nei Sýrmata Pupa comuni, l’energia interna è varia, composta da cariche positive e negative, mantenendo un equilibrio naturale. Continua spiegando che, nei Sýrmata Pupa Respingenti, invece, si genera un fenomeno insolito: l’energia si organizza in una parte interna e un rivestimento che si respingono a vicenda. Tuttavia, essendo impossibilitato a uscire dal corpo, il rivestimento si allontana solo fino a un certo limite, creando così una pressione costante. Prosegue descrivendo come anche i loro fili possiedano una simile organizzazione energetica, con il rivestimento e la parte interna organizzati su più livelli, con strati contigui e una parte esterna del rivestimento a carica negativa. Aggiunge che il rivestimento rimane coeso grazie a piccoli attacchi nei suoi strati centrali, e sottolinea che, invece, al centro della punta dei fili e nel punto di attacco dei fili al dito della mano da cui nascono, è presente una carica positiva che funge da legame tra la parte interna e il rivestimento. Misofova domanda quale sia l’utilità del Revelindustria. Il Gran Maestro le racconta che il Revelindustria è stato creato da un eroe che, dopo aver vissuto la terribile invasione di un Sýrmata Pupa Respingente, desiderava avere uno strumento per riconoscere questi Sýrmata Pupa particolari e tenerli sotto controllo. Spiega, tuttavia, che essendo estremamente rari, l’eroe non è mai riuscito a trovarli. Racconta che durante l'invasione, il Sýrmata Pupa Respingente creava i suoi fili, avvolgendo interamente la città o il villaggio che voleva conquistare, li ancorava agli edifici, caricandoli leggermente di energia, appena il sufficiente per permettere loro di entrare in contatto con la materia, in modo da non aumentare la resistenza. Prosegue spiegando che il Sýrmata Pupa non applicava una forza tale da distruggere gli edifici, così, stringendo la loro morsa, il rivestimento esterno premeva verso la parte interna, sfidando la repulsione energetica tra le due parti e provocando, infine, un'esplosione devastante. Afferma che questo metodo il Sýrmata Pupa Respingente non lo riservava solo agli edifici, ma lo applicava anche ai sogni, portando non solo devastazione nelle città e nei villaggi conquistati, ma mietendo anche un gran numero di vite. Spiega che, per questo motivo, l'eroe desiderava sapere chi fossero i Sýrmata Pupa Respingenti, precisando che, dopo la morte dell'eroe, l'oggetto non venne più utilizzato da nessun altro e, infine, andò perduto. Prosegue narrando che, successivamente, l'oggetto iniziò ad essere ricercato da alcuni incubi, attratti da una leggenda che raccontava come i Sýrmata Pupa Respingenti potessero riportare in vita un antico e potente incubo incendiario, uno dei primi incubi del Sognabolle. Spiega che, questo incubo, durante la sua invasione, incendiò l'intera Radura, lasciando al momento della sua sconfitta una maledizione su una grotta che, da quel giorno, iniziò a creare dei cristalli, che si dice possano essere attivati da un certo procedimento. L'anziano spiega il processo e mostra alcune illustrazioni nel libro, relative alla leggenda e al processo per far risorgere l'incubo. Conclude affermando che, tuttavia, si tratta solo di una leggenda, senza alcun fondamento reale. Filofilia commenta che è una storia affascinante. Eleftero, con un sorriso soddisfatto, afferma di aver ottenuto da Introvertefila il pezzo metallico, considerandolo un bel souvenir intriso di una storia e di una leggenda meravigliose. Mariana comunica agli altri che intende andare al fiume, cercando sollievo dal pensiero del furto del suo sasso. Misofova propone a Igneusapillo e Introvertefila di unirsi, suggerendo che il fiume sarebbe un luogo tranquillo per divertirsi con i fili. Loro accettano l’invito, ed Eleftero si unisce per fare compagnia a Mariana. Così si avviano tutti verso il fiume, accompagnati anche da Anney e Icey.
Una volta arrivati, Mariana si avvicina alla riva per osservare il fluire dell’acqua. Tra i riflessi ondulati scorge il solito pesce raro che nuota placido nelle acque. Un sorriso le illumina il volto, e i suoi occhi restano fissi su quella creatura. Nel frattempo, Misofova, Igneusapillo e Introvertefila decidono di dare inizio a un gioco: uno di loro utilizza i fili di Introvertefila per dar vita a una creazione, aggiungendo nuovi dettagli ogni tre errori. Gli altri, nel frattempo, devono cercare di indovinare di cosa si tratti prima che l'opera sia completamente modellata. Introvertefila invita Mariana a unirsi, pensando che potrebbe aiutarla a distrarsi dal pensiero del sasso rubato, ma lei declina l’offerta. Mentre Mariana è rapita dall’osservazione del pesce, Introvertefila inizia il gioco e, espandendo i fili carichi di energia, crea una mezza balena. La creazione, grande e imponente, colpisce improvvisamente Mariana con la sua mezza coda, facendola cadere nell’acqua. Subito, Introvertefila ritira i fili alla loro forma normale e li usa per soccorrere l’amica. Cadendo nel fiume, Mariana perde i sensi e, svenuta, è attraversata da visioni: il suo mezzo sasso blu appare per primo, seguito dal misterioso frammento metallico del Revelindustria, e infine l’immagine del mostro della leggenda, così come è illustrato nel libro del Gran Maestro. Le immagini poi si trasformano, rivelando il sasso blu integro e luminoso, tenuto con fermezza da Fulvio. Poi compare il Revelindustria completo, proprio come descritto nel libro, e infine il mostro del libro, avvolto da fiamme incandescenti, che risorge. Mariana, riprendendo i sensi, svela con voce grave di aver avuto una visione che le infonde un terribile sospetto: Fulvio potrebbe essere intenzionato a risvegliare il mostro della leggenda narrata loro dal Gran Maestro. Eleftero, riflettendo, osserva che è impossibile che un uomo solo possa recuperare tutto il necessario. Igneusapillo osserva che, essendo Fulvio un Sýrmata Pupa, potrebbe prendere il controllo di altre persone, trovando così degli alleati. Sibilla, pensierosa, suggerisce che, oppure, Fulvio potrebbe avere il supporto dei Doppia Z, dal momento che raccoglievano sassi lungo il fiume. Eleftero propone allora di rivolgersi a loro, per scoprire il motivo di quella raccolta e valutare se vi siano intenzioni malevole.
Decisi, tornano al villaggio e si avvicinano ai primi membri dei Doppia Z che incontrano, chiedendo loro il motivo per cui raccoglievano i sassi del fiume. Maioregradu, presente nel gruppo, incrocia le mani dietro la schiena e racconta che un certo tipo, di cui crede di ricordare il nome, Fulvio, cercava delle pietre particolari. Loro, notando la peculiarità dei sassi del fiume, li avevano raccolti, insieme a quelli presenti nella capanna del collezionista, per tentare di venderglieli. Tuttavia, Fulvio non trovò alcuno di quei sassi interessante e disse loro che avrebbe pagato molto denaro solo per un sasso del fiume di un colore diverso dagli altri o che presentasse caratteristiche particolari, poiché sarebbe stato unico. Maioregradu continua, spiegando che a quel punto alcuni di loro erano tornati alla capanna del collezionista, chiedendo alle ragazze che vi abitano se ci fosse qualche sasso con le caratteristiche ricercate da Fulvio. Le ragazze avevano allora parlato del mezzo sasso pieno di spaccature di Mariana. Maioregradu conclude dicendo che, approfittando dell’informazione, ingannarono Fulvio, facendogli credere di conoscere un luogo in cui trovare un sasso raro e facendosi pagare per dargli le indicazioni sul mezzo sasso di Mariana. Tuttavia, precisa che Fulvio, stranamente, non sembrava essersi sentito truffato. Mariana afferma che, se è così, allora Fulvio intende davvero liberare l’incubo di fuoco, e suggerisce che dovrebbero informare gli eroi. Misofova le risponde che, come aveva detto lei in precedenza, potrebbe essere che Fulvio abbia cercato i sassi rari soltanto per arricchire la collezione della sorella, sottolineando che al momento non hanno abbastanza prove per allertare gli eroi. Eleftero concorda con Misofova, sostenendo che occorrano prove più solide prima di poter accusare Fulvio; tuttavia, aggiunge che potrebbero comunque tentare di recuperare il sasso. Propone allora di dividersi per cercarlo, dichiarando che lui si dirigerà alla ricerca della sua capanna per vedere se si trovi lì. Gli altri acconsentono, e così il gruppo si divide, andando alla ricerca di Fulvio. Intanto, un Doppia Z confida a Maioregradu la sua preoccupazione riguardo al fatto che i ragazzi conoscano la missione che stanno portando avanti, ma Maioregradu lo tranquillizza, affermando che per fortuna loro non interverranno mai direttamente, e dunque non hanno nulla da temere. Conclude la conversazione suggerendo di fare ritorno alla loro capanna.
Dopo una decina di minuti, Mariana trova Fulvio e si avvicina a lui con decisione. Con un tono fermo, gli chiede di restituirle il sasso, ma Fulvio, con un’espressione che tradisce un certo fastidio, afferma di non averlo. Mariana dichiara che il sasso le appartiene e che è ingiusto che glielo abbia sottratto. Fulvio afferma di averlo gettato via, ma Mariana nota un rigonfiamento sospetto nella tasca dei suoi pantaloni. Senza indugiare, crea i fili, li carica di energia e prende il sasso portandolo nella sua mano per poi fuggire verso la foresta, inseguita da Fulvio. Nel frattempo, nella capanna del suo gruppo, Maioregradu annuncia agli altri che Mariana ha recuperato il sasso. Il capo gli chiede spiegazioni, ma Maioregradu lo tranquillizza, promettendo che lo riavrà presto. Poi, con un sorriso, afferma che ha bisogno di recuperare le energie e sorseggia un po’ di caffè. Pensando ad alta voce, riflette che è un peccato che l’energia non possa andare anche a Fulvio; tuttavia, conclude con tono ironico che, con tutti i muscoli che ha, Fulvio potrebbe senza dubbio permettergli di correre per l'intera foresta. Mentre Mariana corre tra i tronchi alti e ombrosi della foresta, improvvisamente la forma mostruosa di Tenebrisesse la colpisce, facendole cadere a terra il mezzo sasso che stringeva tra le mani. Con un balzo agile e sinistro, il mostro si impadronisce del sasso, per poi rifugiarsi su un ramo, sospeso proprio di fronte a lei. Mariana si rialza e, fissando lo sguardo sullo strano essere, lo osserva spargere della polvere sul frammento, che immediatamente si ricompone, tornando integro come un tempo, con l'aggiunta però, del simbolo acceso di una luce vivida. Mariana, sorpresa, mormora incredula al mostro, ammettendo con un filo di voce che lui ha “sistemato” il sasso. Decisa a recuperarlo, Mariana crea i fili e caricandoli di energia tenta di riafferrarlo. Ma il mostro, senza esitazione, si lancia di ramo in ramo, fuggendo dai suoi fili. Senza perdere tempo, Mariana si getta al suo inseguimento. Durante l'inseguimento, il mostro balza da un albero per atterrare davanti a una figura spettrale: una donna fantasma, pallida e fluttuante, dal grosso naso lungo 14 cm, lunghi capelli bianchi e scalza. Indossa una veste bianca che le scende quasi fino ai piedi, e stringe in mano un frammento del Revelindustria. Mariana si arresta, osservandola. Il mostro si avvicina alla donna, cercando di strapparle l'oggetto dalle mani, ma la donna inizia a danzare, impedendogli di afferrarlo. Vedendo la scena, Mariana avverte il mostro che non gli permetterà di prendere l'oggetto e, manovrando i suoi fili, lo colpisce per impedirgli di avvicinarsi al frammento. La donna continua a danzare in silenzio, mentre il mostro persevera nei tentativi di prendere il frammento metallico che lei stringe in mano. Mariana interviene, colpendo il mostro con i suoi fili. Il mostro tenta di nuovo di impossessarsi dell'oggetto, ma questa volta riesce a evitare i fili che Mariana lancia contro di lui, eseguendo un leggero scatto con le ali. Riesce persino a sfiorare il frammento, senza tuttavia afferrarlo, ostacolato dai movimenti fluidi della donna. Mariana rimanda indietro i fili e, afferrando il mostro per una gamba, lo scaglia lontano, allontanandolo dalla donna. Il mostro si lancia con un balzo verso la donna, che prontamente allunga il braccio per allontanare il pezzo metallico, mentre la creatura le piomba addosso, attraversandola a causa della sua invisibilità. Rapidamente, il mostro si dirige verso la mano della donna, che si contrae tornando alla lunghezza d'origine. Mariana tenta di colpire il mostro con i fili, ma lui li schiva agilmente e si lancia in volo, puntando al pezzo del Revelindustria. La donna fantasma, danzando con rapidità, riesce più volte a impedirgli di afferrare l’oggetto, finché, trovandoselo di fronte, allunga la mano; il mostro, tuttavia, segue velocemente la mano e riesce a strapparle il pezzo metallico dalle dita. La donna scompare e subito dopo giunge Fulvio. Il mostro scaglia il sasso blu contro Mariana, colpendola alla testa e facendola cadere a terra priva di sensi. Rivolgendosi a Fulvio, dichiara di non voler perdere tempo con lui e si allontana, lasciando intenzionalmente cadere il pezzo del Revelindustria. Maioregradu ride nella capanna dei Doppia Z. Il capo gli domanda se sia riuscito a riprendere il sasso, e lui risponde che è andata anche meglio del previsto: non solo ha recuperato il sasso, ma ha anche incontrato un mostro stupido che ha lasciato cadere un pezzo del Revelindustria. Il capo si complimenta, sottolineando che sono sempre più vicini all’obiettivo. Maioregradu chiede se Mariana sia indispensabile o se nel suo gruppo di amici vi siano altri Sýrmata Pupa. Il capo gli conferma che c’è un altro Sýrmata Pupa tra gli amici di Eleftero e gli chiede il motivo della domanda. Maioregradu spiega che il mostro ha ferito Mariana facendola svenire nel bosco e, se non è necessaria, potrebbe lasciarla lì come pasto per i predatori. Il capo afferma con entusiasmo che è un'idea eccellente, sottolineando come Mariana sia stata un ostacolo alla libertà dei Sýrmata Pupa sin dalla fondazione del villaggio, riuscendo anche a influenzare i suoi amici. Maioregradu aggiunge che, dato che possiedono tutte le pietre e il primo pezzo del Revelindustria, sarebbe più sicuro prenderlo direttamente loro, in modo che, se qualcuno cercasse di rubarlo a Fulvio, non troverebbe nulla. Spiega poi che, tramite Fulvio, inventerà delle scuse per giustificare la mancanza degli oggetti, e che uno del loro gruppo dovrà recarsi nella foresta. Aggiunge che, appena il membro arriverà, lui, attraverso Fulvio, gli farà un cenno, e poi, una volta nella foresta, gli consegnerà gli oggetti. Il capo accoglie l'idea con favore e chiede ai Doppia Z chi di loro voglia occuparsi del recupero. Mentre Attonitonus parla con un membro, quest’ultimo crea i fili e prende il controllo totale di lui, facendogli alzare la mano per poi distruggere i fili. Il capo si complimenta con Attonitonus per il suo coraggio abituale, e Attonitonus spiega che è stato il suo compagno a fargli alzare la mano. Il capo, posandogli un braccio sulla spalla, lo loda per la sua umiltà e il suo coraggio sempre apprezzati dal gruppo, mentre lo conduce fuori dalla capanna.
Immagine Personaggio
Questa è Eira Gale
Così, i ragazzi si mettono in cammino verso il Gran Maestro. Giunti dal Gran Maestro, egli prende un libro e, posizionandolo sulla scrivania, lo apre. I ragazzi si avvicinano a lui, osservando con attenzione le pagine. Mentre sfoglia il libro, il Gran Maestro inizia a raccontare ciò che ha scoperto. Spiega che il pezzo metallico rinvenuto è una delle componenti del Revelindustria, uno strumento capace di identificare un Sýrmata Pupa Respingente rilevando la pressione della sua energia interna. A questo punto, Sibilla domanda in che senso il Sýrmata Pupa Respingente possieda una pressione interna. Il Gran Maestro spiega alla nipote che, a volte, a causa di un raro errore genetico, possono nascere dei Sýrmata Pupa Respingenti. Poi, rispondendo alla sua domanda, le spiega che nei Sýrmata Pupa comuni, l’energia interna è varia, composta da cariche positive e negative, mantenendo un equilibrio naturale. Continua spiegando che, nei Sýrmata Pupa Respingenti, invece, si genera un fenomeno insolito: l’energia si organizza in una parte interna e un rivestimento che si respingono a vicenda. Tuttavia, essendo impossibilitato a uscire dal corpo, il rivestimento si allontana solo fino a un certo limite, creando così una pressione costante. Prosegue descrivendo come anche i loro fili possiedano una simile organizzazione energetica, con il rivestimento e la parte interna organizzati su più livelli, con strati contigui e una parte esterna del rivestimento a carica negativa. Aggiunge che il rivestimento rimane coeso grazie a piccoli attacchi nei suoi strati centrali, e sottolinea che, invece, al centro della punta dei fili e nel punto di attacco dei fili al dito della mano da cui nascono, è presente una carica positiva che funge da legame tra la parte interna e il rivestimento. Misofova domanda quale sia l’utilità del Revelindustria. Il Gran Maestro le racconta che il Revelindustria è stato creato da un eroe che, dopo aver vissuto la terribile invasione di un Sýrmata Pupa Respingente, desiderava avere uno strumento per riconoscere questi Sýrmata Pupa particolari e tenerli sotto controllo. Spiega, tuttavia, che essendo estremamente rari, l’eroe non è mai riuscito a trovarli. Racconta che durante l'invasione, il Sýrmata Pupa Respingente creava i suoi fili, avvolgendo interamente la città o il villaggio che voleva conquistare, li ancorava agli edifici, caricandoli leggermente di energia, appena il sufficiente per permettere loro di entrare in contatto con la materia, in modo da non aumentare la resistenza. Prosegue spiegando che il Sýrmata Pupa non applicava una forza tale da distruggere gli edifici, così, stringendo la loro morsa, il rivestimento esterno premeva verso la parte interna, sfidando la repulsione energetica tra le due parti e provocando, infine, un'esplosione devastante. Afferma che questo metodo il Sýrmata Pupa Respingente non lo riservava solo agli edifici, ma lo applicava anche ai sogni, portando non solo devastazione nelle città e nei villaggi conquistati, ma mietendo anche un gran numero di vite. Spiega che, per questo motivo, l'eroe desiderava sapere chi fossero i Sýrmata Pupa Respingenti, precisando che, dopo la morte dell'eroe, l'oggetto non venne più utilizzato da nessun altro e, infine, andò perduto. Prosegue narrando che, successivamente, l'oggetto iniziò ad essere ricercato da alcuni incubi, attratti da una leggenda che raccontava come i Sýrmata Pupa Respingenti potessero riportare in vita un antico e potente incubo incendiario, uno dei primi incubi del Sognabolle. Spiega che, questo incubo, durante la sua invasione, incendiò l'intera Radura, lasciando al momento della sua sconfitta una maledizione su una grotta che, da quel giorno, iniziò a creare dei cristalli, che si dice possano essere attivati da un certo procedimento. L'anziano spiega il processo e mostra alcune illustrazioni nel libro, relative alla leggenda e al processo per far risorgere l'incubo. Conclude affermando che, tuttavia, si tratta solo di una leggenda, senza alcun fondamento reale. Filofilia commenta che è una storia affascinante. Eleftero, con un sorriso soddisfatto, afferma di aver ottenuto da Introvertefila il pezzo metallico, considerandolo un bel souvenir intriso di una storia e di una leggenda meravigliose. Mariana comunica agli altri che intende andare al fiume, cercando sollievo dal pensiero del furto del suo sasso. Misofova propone a Igneusapillo e Introvertefila di unirsi, suggerendo che il fiume sarebbe un luogo tranquillo per divertirsi con i fili. Loro accettano l’invito, ed Eleftero si unisce per fare compagnia a Mariana. Così si avviano tutti verso il fiume, accompagnati anche da Anney e Icey.
Una volta arrivati, Mariana si avvicina alla riva per osservare il fluire dell’acqua. Tra i riflessi ondulati scorge il solito pesce raro che nuota placido nelle acque. Un sorriso le illumina il volto, e i suoi occhi restano fissi su quella creatura. Nel frattempo, Misofova, Igneusapillo e Introvertefila decidono di dare inizio a un gioco: uno di loro utilizza i fili di Introvertefila per dar vita a una creazione, aggiungendo nuovi dettagli ogni tre errori. Gli altri, nel frattempo, devono cercare di indovinare di cosa si tratti prima che l'opera sia completamente modellata. Introvertefila invita Mariana a unirsi, pensando che potrebbe aiutarla a distrarsi dal pensiero del sasso rubato, ma lei declina l’offerta. Mentre Mariana è rapita dall’osservazione del pesce, Introvertefila inizia il gioco e, espandendo i fili carichi di energia, crea una mezza balena. La creazione, grande e imponente, colpisce improvvisamente Mariana con la sua mezza coda, facendola cadere nell’acqua. Subito, Introvertefila ritira i fili alla loro forma normale e li usa per soccorrere l’amica. Cadendo nel fiume, Mariana perde i sensi e, svenuta, è attraversata da visioni: il suo mezzo sasso blu appare per primo, seguito dal misterioso frammento metallico del Revelindustria, e infine l’immagine del mostro della leggenda, così come è illustrato nel libro del Gran Maestro. Le immagini poi si trasformano, rivelando il sasso blu integro e luminoso, tenuto con fermezza da Fulvio. Poi compare il Revelindustria completo, proprio come descritto nel libro, e infine il mostro del libro, avvolto da fiamme incandescenti, che risorge. Mariana, riprendendo i sensi, svela con voce grave di aver avuto una visione che le infonde un terribile sospetto: Fulvio potrebbe essere intenzionato a risvegliare il mostro della leggenda narrata loro dal Gran Maestro. Eleftero, riflettendo, osserva che è impossibile che un uomo solo possa recuperare tutto il necessario. Igneusapillo osserva che, essendo Fulvio un Sýrmata Pupa, potrebbe prendere il controllo di altre persone, trovando così degli alleati. Sibilla, pensierosa, suggerisce che, oppure, Fulvio potrebbe avere il supporto dei Doppia Z, dal momento che raccoglievano sassi lungo il fiume. Eleftero propone allora di rivolgersi a loro, per scoprire il motivo di quella raccolta e valutare se vi siano intenzioni malevole.
Decisi, tornano al villaggio e si avvicinano ai primi membri dei Doppia Z che incontrano, chiedendo loro il motivo per cui raccoglievano i sassi del fiume. Maioregradu, presente nel gruppo, incrocia le mani dietro la schiena e racconta che un certo tipo, di cui crede di ricordare il nome, Fulvio, cercava delle pietre particolari. Loro, notando la peculiarità dei sassi del fiume, li avevano raccolti, insieme a quelli presenti nella capanna del collezionista, per tentare di venderglieli. Tuttavia, Fulvio non trovò alcuno di quei sassi interessante e disse loro che avrebbe pagato molto denaro solo per un sasso del fiume di un colore diverso dagli altri o che presentasse caratteristiche particolari, poiché sarebbe stato unico. Maioregradu continua, spiegando che a quel punto alcuni di loro erano tornati alla capanna del collezionista, chiedendo alle ragazze che vi abitano se ci fosse qualche sasso con le caratteristiche ricercate da Fulvio. Le ragazze avevano allora parlato del mezzo sasso pieno di spaccature di Mariana. Maioregradu conclude dicendo che, approfittando dell’informazione, ingannarono Fulvio, facendogli credere di conoscere un luogo in cui trovare un sasso raro e facendosi pagare per dargli le indicazioni sul mezzo sasso di Mariana. Tuttavia, precisa che Fulvio, stranamente, non sembrava essersi sentito truffato. Mariana afferma che, se è così, allora Fulvio intende davvero liberare l’incubo di fuoco, e suggerisce che dovrebbero informare gli eroi. Misofova le risponde che, come aveva detto lei in precedenza, potrebbe essere che Fulvio abbia cercato i sassi rari soltanto per arricchire la collezione della sorella, sottolineando che al momento non hanno abbastanza prove per allertare gli eroi. Eleftero concorda con Misofova, sostenendo che occorrano prove più solide prima di poter accusare Fulvio; tuttavia, aggiunge che potrebbero comunque tentare di recuperare il sasso. Propone allora di dividersi per cercarlo, dichiarando che lui si dirigerà alla ricerca della sua capanna per vedere se si trovi lì. Gli altri acconsentono, e così il gruppo si divide, andando alla ricerca di Fulvio. Intanto, un Doppia Z confida a Maioregradu la sua preoccupazione riguardo al fatto che i ragazzi conoscano la missione che stanno portando avanti, ma Maioregradu lo tranquillizza, affermando che per fortuna loro non interverranno mai direttamente, e dunque non hanno nulla da temere. Conclude la conversazione suggerendo di fare ritorno alla loro capanna.
Dopo una decina di minuti, Mariana trova Fulvio e si avvicina a lui con decisione. Con un tono fermo, gli chiede di restituirle il sasso, ma Fulvio, con un’espressione che tradisce un certo fastidio, afferma di non averlo. Mariana dichiara che il sasso le appartiene e che è ingiusto che glielo abbia sottratto. Fulvio afferma di averlo gettato via, ma Mariana nota un rigonfiamento sospetto nella tasca dei suoi pantaloni. Senza indugiare, crea i fili, li carica di energia e prende il sasso portandolo nella sua mano per poi fuggire verso la foresta, inseguita da Fulvio. Nel frattempo, nella capanna del suo gruppo, Maioregradu annuncia agli altri che Mariana ha recuperato il sasso. Il capo gli chiede spiegazioni, ma Maioregradu lo tranquillizza, promettendo che lo riavrà presto. Poi, con un sorriso, afferma che ha bisogno di recuperare le energie e sorseggia un po’ di caffè. Pensando ad alta voce, riflette che è un peccato che l’energia non possa andare anche a Fulvio; tuttavia, conclude con tono ironico che, con tutti i muscoli che ha, Fulvio potrebbe senza dubbio permettergli di correre per l'intera foresta. Mentre Mariana corre tra i tronchi alti e ombrosi della foresta, improvvisamente la forma mostruosa di Tenebrisesse la colpisce, facendole cadere a terra il mezzo sasso che stringeva tra le mani. Con un balzo agile e sinistro, il mostro si impadronisce del sasso, per poi rifugiarsi su un ramo, sospeso proprio di fronte a lei. Mariana si rialza e, fissando lo sguardo sullo strano essere, lo osserva spargere della polvere sul frammento, che immediatamente si ricompone, tornando integro come un tempo, con l'aggiunta però, del simbolo acceso di una luce vivida. Mariana, sorpresa, mormora incredula al mostro, ammettendo con un filo di voce che lui ha “sistemato” il sasso. Decisa a recuperarlo, Mariana crea i fili e caricandoli di energia tenta di riafferrarlo. Ma il mostro, senza esitazione, si lancia di ramo in ramo, fuggendo dai suoi fili. Senza perdere tempo, Mariana si getta al suo inseguimento. Durante l'inseguimento, il mostro balza da un albero per atterrare davanti a una figura spettrale: una donna fantasma, pallida e fluttuante, dal grosso naso lungo 14 cm, lunghi capelli bianchi e scalza. Indossa una veste bianca che le scende quasi fino ai piedi, e stringe in mano un frammento del Revelindustria. Mariana si arresta, osservandola. Il mostro si avvicina alla donna, cercando di strapparle l'oggetto dalle mani, ma la donna inizia a danzare, impedendogli di afferrarlo. Vedendo la scena, Mariana avverte il mostro che non gli permetterà di prendere l'oggetto e, manovrando i suoi fili, lo colpisce per impedirgli di avvicinarsi al frammento. La donna continua a danzare in silenzio, mentre il mostro persevera nei tentativi di prendere il frammento metallico che lei stringe in mano. Mariana interviene, colpendo il mostro con i suoi fili. Il mostro tenta di nuovo di impossessarsi dell'oggetto, ma questa volta riesce a evitare i fili che Mariana lancia contro di lui, eseguendo un leggero scatto con le ali. Riesce persino a sfiorare il frammento, senza tuttavia afferrarlo, ostacolato dai movimenti fluidi della donna. Mariana rimanda indietro i fili e, afferrando il mostro per una gamba, lo scaglia lontano, allontanandolo dalla donna. Il mostro si lancia con un balzo verso la donna, che prontamente allunga il braccio per allontanare il pezzo metallico, mentre la creatura le piomba addosso, attraversandola a causa della sua invisibilità. Rapidamente, il mostro si dirige verso la mano della donna, che si contrae tornando alla lunghezza d'origine. Mariana tenta di colpire il mostro con i fili, ma lui li schiva agilmente e si lancia in volo, puntando al pezzo del Revelindustria. La donna fantasma, danzando con rapidità, riesce più volte a impedirgli di afferrare l’oggetto, finché, trovandoselo di fronte, allunga la mano; il mostro, tuttavia, segue velocemente la mano e riesce a strapparle il pezzo metallico dalle dita. La donna scompare e subito dopo giunge Fulvio. Il mostro scaglia il sasso blu contro Mariana, colpendola alla testa e facendola cadere a terra priva di sensi. Rivolgendosi a Fulvio, dichiara di non voler perdere tempo con lui e si allontana, lasciando intenzionalmente cadere il pezzo del Revelindustria. Maioregradu ride nella capanna dei Doppia Z. Il capo gli domanda se sia riuscito a riprendere il sasso, e lui risponde che è andata anche meglio del previsto: non solo ha recuperato il sasso, ma ha anche incontrato un mostro stupido che ha lasciato cadere un pezzo del Revelindustria. Il capo si complimenta, sottolineando che sono sempre più vicini all’obiettivo. Maioregradu chiede se Mariana sia indispensabile o se nel suo gruppo di amici vi siano altri Sýrmata Pupa. Il capo gli conferma che c’è un altro Sýrmata Pupa tra gli amici di Eleftero e gli chiede il motivo della domanda. Maioregradu spiega che il mostro ha ferito Mariana facendola svenire nel bosco e, se non è necessaria, potrebbe lasciarla lì come pasto per i predatori. Il capo afferma con entusiasmo che è un'idea eccellente, sottolineando come Mariana sia stata un ostacolo alla libertà dei Sýrmata Pupa sin dalla fondazione del villaggio, riuscendo anche a influenzare i suoi amici. Maioregradu aggiunge che, dato che possiedono tutte le pietre e il primo pezzo del Revelindustria, sarebbe più sicuro prenderlo direttamente loro, in modo che, se qualcuno cercasse di rubarlo a Fulvio, non troverebbe nulla. Spiega poi che, tramite Fulvio, inventerà delle scuse per giustificare la mancanza degli oggetti, e che uno del loro gruppo dovrà recarsi nella foresta. Aggiunge che, appena il membro arriverà, lui, attraverso Fulvio, gli farà un cenno, e poi, una volta nella foresta, gli consegnerà gli oggetti. Il capo accoglie l'idea con favore e chiede ai Doppia Z chi di loro voglia occuparsi del recupero. Mentre Attonitonus parla con un membro, quest’ultimo crea i fili e prende il controllo totale di lui, facendogli alzare la mano per poi distruggere i fili. Il capo si complimenta con Attonitonus per il suo coraggio abituale, e Attonitonus spiega che è stato il suo compagno a fargli alzare la mano. Il capo, posandogli un braccio sulla spalla, lo loda per la sua umiltà e il suo coraggio sempre apprezzati dal gruppo, mentre lo conduce fuori dalla capanna.
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Questa è Eira Gale
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